
Pronto soccorso: l’emergenza è ancora senza fine
Nonostante siano state adottate tutte le indicazioni date dai saggi nominati da Maroni, il PS del Circolo continua a vivere giornate di grave difficoltà

A un anno di distanza, il pronto soccorso dell’ospedale di Varese è ancora in grave difficoltà. Nonostante siamo ben lontani dal picco di influenza, nonostante siano state attuate tutte le soluzioni individuate dai saggi nominati dal governatore Maroni, per il personale del PS e i pazienti è un periodo di enormi sacrifici.

Dal dicembre scorso sono di fatto bloccati gli interventi chirurgici programmati ( chiaramente solo quelli rinviabili), nel luglio scorso sono stati aperti i 10 letti di terapia subintensiva, da venerdì sono a disposizione 20 letti per pazienti “subacuti”. A regime anche i reparti di osservazione breve di chirurgia e medicina. Eppure questa mattina, lunedì 11 gennaio, almeno 40 pazienti avevano trascorso la notte in barella in attesa di un letto in reparto. A metà giornata, si era riusciti solo a trasferire in reparto una quindicina di malati.
Esauriti i letti nelle stanze dedicate. Tutti pieni quelli dello spazio noto come “barellaia”. Pazienti stazionavano anche lungo i corridoi del PS dove rimangono sempre appesi i cartelli che indicano il numero di letti provvisori. Tutte occupate anche le sedie a disposizione.
Una situazione delicata in reparto mentre code si registravano anche in sala, al triage, nuove persone in cerca di assistenza. A metà pomeriggio di oggi, lunedì 11 gennaio, il sistema on line dei tempi di attesa indicava 5 ore per una visita con una quarantina di persone tra quelle in attesa e quelle sotto indagine.

Le dodici regole individuate dai saggi non hanno portato a miglioramenti tangibili: l’emergenza si è acuita in questi giorni in corrispondenza con la chiusura di una quarantina di letti sotto Natale per permettere al personale di effettuare le ferie. Un segnale preciso che questo presidio ha bisogno solo di nuovi posti letto. Il suo tasso di occupazione e il numero di letti in rapporto alla cittadinanza evidenziano il sottodimensionamento del presidio rispetto alle necessità.
Ora le speranze sono legate alla veloce attuazione della riforma voluta dal Presidente Maroni e all’apertura di punti di assistenza medica sul territorio dove trovare risposte con i vari Creg, Prest, Pot, tutte sigle che mirano a diversificare l’offerta sanitaria. Vedremo quanto la cittadinanza dovrà ancora attendere prima di poter veder risolti i problemi che si trascinano da anni.
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