Le ultime tracce di Paolo? Sulla strada asfaltata
I cani molecolari si sono fermati in quel punto. Un drone ha controllato i pendii. Nessuna traccia a Vald, nella baita del "santone"
I cani molecolari, chiamati per cercare indizi di Paolo Rindi, hanno individuato l’ultima traccia sulla strada asfaltata che conduce a Cicogna, il villaggio al centro della Val Grande dove il ragazzo doveva incontrarsi con la madre martedì 2 febbraio. Le ipotesi che fanno i soccorritori sono due. O il ragazzo in quel punto è salito su un’auto. Oppure i cani da quel punto in poi non sono più in grado di cogliere i segnali del passaggio di Paolo. Questa circostanza apre il ventaglio delle ipotesi.
PATTUGLIATA TUTTA LA VALLE
I soccorritori insistono nello spiegare che hanno cercato dappertutto. Il giovane è stato visto l’ultima volta la mattina del primo febbraio, dopo aver passato la notte in un bivacco a Pian de Boit. I sentieri che conducono dal bivacco a Cicogna e anche oltre sono stati pattugliati metro per metro, compresi anche i torrenti circostanti. «Abbiamo controllato dappertutto – osserva Matteo Gasparini del soccorso alpino Valdossola – un drone ha anche visionato i sentieri sottocosta, dove il giovane avrebbe potuto trovarsi in caso di una caduta. Il ragazzo non c’è». Le ricerche sono state sospese domenica. Nella nota trovata nel registro di Bivacco di Pian di Boit uno dei ragazzi che ha incontrato il 20enne di Varese ha scritto “Paolo va su”. Che intendeva dire?
(Paolo Rindi in una foto mentre suona con il suo gruppo)
LA SCOMPARSA
Paolo Rindi scompare il primo febbraio, dopo una notte passata in un bivacco sulla Val Grande. Il giovane sta compiendo un cammino in solitaria di sei giorni. Non scrive nulla di suo pugno, in realtà, nei quaderni dei rifugi: i soccorritori non hanno trovato altre indicazioni se non quella a Pian di Boit, che però è stata redatta dai due giovani che hanno incontrato casualmente Paolo e che hanno passato la serata con lui.
IL MITO DI GIANFRY E DEL CAMMINO
Paolo è uno studente di filosofia, abita a Sant’Ambrogio, quartiere di Varese, è un musicista nel gruppo locale dei Radio Aut, in cui suona le testiere. Viaggiava con un libro di Platone nello zaino, dicono i soccorritori: aveva compiuto già un lungo trekking in Norvegia, e lo scorso anno in Spagna. Secondo chi l’ha incontrato usava degli scarponi già utilizzati nel cammino di Santiago e dunque con la suola molto rovinata. Una delle informazioni a disposizione dei soccorritori è che Paolo voleva passare da Vald, la baita dove si era ritirato a vivere come un eremita scalzo Gianfranco Bonaldo, detto Gianfry, un uomo che faceva l’autista a Sesto Calende e che a un certo punto della sua vita, nel 2009, aveva mollato tutto. Morì nel 2015 forse per un’intossicazione. La baita di Vald è stata controllata, me nessun segno di Paolo Rindi.
GLI AMICI CONTINUANO A CERCARLO
La sospensione delle ricerche ufficiali ha tuttavia suscitato una reazione da parte degli amici. E’ nato un gruppo facebook, ieri è comparso uno striscione davanti al Liceo artistico di Varese . Sui social network del Parco nazionale della val Grande sono comparsi gli appelli a chiunque possa averlo visto e possa dare una traccia.
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