Sul palco il GiOtto di Genova diventa storia
Giuseppe Provinzano, autore/attore di GiOtto, andato in scena al Cinema teatro Nuovo, è un cantastorie della tensione sociale
A Giuseppe Provinzano – autore/attore di GiOtto, andato in scena al Cinema teatro Nuovo, per il ciclo “Gocce” – va riconosciuto il coraggio mostrato nel portare in scena gli eventi del G8 di Genova del 2001, e la grande capacità di ricreare il vissuto di tensione emotiva presente in chi ha vissuto in prima persona gli eventi: dal poliziotto figlio del popolo, al black block, al manifestante pacifico, sfortunatamente capitato alla Diaz. Sui cui fatti, la magistratura ha cercato di fare chiarezza.
Bella la decisione di introdurre il tutto quasi lontanamente alla modalità del cantastorie.
Molta attenzione alla sequenza cronologica, contrassegnata da parole in greco, e da date scritte con un gessetto man mano che gli eventi proseguivano sulla linea del tempo. Da criticare la poca attenzione posta all’audio: musica e sottofondo più volte hanno coperto la sua voce. E il prologo, recitato con troppa velocità.
Il messaggio avanzato in chiusura da Provinzano – che sia condivisibile o no – è concentrato nella proiezione in alto, al centro della scena, della stella rossa a cinque punte di Guevariana memoria, la quale stella viene pian piano disegnata, durante le “cinque” scene in cui è diviso il dramma, con il tipico nastro usato sulle scene del crimine. Lotta di liberazione e crimine: un evento che è costato una vita umana. All’interno della stella, Provinzano – in canotta, passamontagna nero e con a fianco un estintore – legge lettere di partecipanti al G8, identificati solo da un nome. Ma il G8 di Genova non è stato solo questo, ma anche l’irrompere violento e distruttivo, sulla scena reale delle piazze e delle strade genovesi, del gruppo black block.
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