
Un container di amore da Varese al Gambia
Sono arrivati come profughi, e con la determinazione e l'aiuto dei varesini hanno riempito un container di oggetti utili per i loro parenti rimasti in Gambia. La storia di Sidat

Sono arrivati come profughi, e con la determinazione e l’aiuto dei varesini hanno riempito un container di oggetti utili per i loro parenti rimasti in Gambia. E’ quello che da sogno diventa realtà, oggi 14 marzo 2016, data in cui un container pieno parte oggi per il porto di Banjul, capitale del Gambia.

«E’ stato grazie all’immane lavoro fatto da Sidat, giovane del Gambia, giunto a Varese con altri profughi del suo paese – ha spiegato Dino Azzalin, presidente di Cuamm – medici per l’Africa Varese che ha reso logisticamente possibile l’invio – che con la grande attività di volontariato di Silvia e che lo ha spronato continuamente per un anno e mezzo, con il mio sostegno e quello di mio fratello Alfonso e di sua moglie Nicoletta che hanno messo a disposizione il magazzino, e la grande generosità di tanti varesini, che hanno donato di tutto, è stato riempito un container di quaranta piedi per quattro.La determinazione di Sidat, il suo entusiasmo e l’aiuto dei suoi amici hanno reso possibile un sogno e noi siamo felici di averne preso parte».
«Tutti insieme hanno dimostrato che il ponte solidale tra chi dona e chi riceve anche in una città apparentemente “fredda” come Varese, è quello dell’amore – ha concluso Azzalin – Sembra assurdo ma chi meno ha, più dona, e come diceva Madre Teresa di Calcutta non è tanto quel che facciamo ma quanto amore mettiamo nel farlo, e io credo che questo faccia grande la vita di ciascuno di noi perchè chi ne ha donato un pezzo agli altri può dirsi degno di non averla vissuta invano, “Io ho quel che ho donato” disse il poeta».
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