Il Comitato “No M346” si oppone all’archiviazione della denuncia contro Aermacchi

Il Comitato chiede che non venga archiviata la denuncia alla Procura di Varese volta a verificare se non sussistano reati connessi alla vendita di 30 aerei da guerra M346 allo Stato di Israle

No M346 a Israele (inserita in galleria)

Riceviamo e pubblichiamo:

Questa mattina è stata depositata l’opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura della Repubblica di Varese nei confronti della denuncia contro Aermacchi/Finmeccanica e Ministeri competenti per la vendita ad Israele di 30 aerei da guerra M346.

Nell’Agosto 2014, mentre era in corso l’ennesimo attacco di Israele contro la popolazione di Gaza, fu depositata una denuncia alla Procura di Varese al fine di verificare se non sussistessero reati connessi alla vendita degli aerei. I primi aerei erano stati consegnati pochi giorni prima dell’inizio dell’attacco, l’ultimo pochi giorni fa. La legge n.185/90 vieta la vendita di armamenti a Governi che si trovino in determinate condizioni analiticamente descritte nella legge. I denuncianti, tra cui 4 membri del Comitato “ No M346 ad Israele”, ritenevano e ritengono che Israele rientri a pieno titolo tra i Paesi cui la legge vieta la vendita di armamenti.

Dopo quasi due anni la Procura ha chiesto l’archiviazione. La sola attività svolta in tutto questo tempo è consistita nella acquisizione delle autorizzazioni ministeriali. Constatata la presenza delle autorizzazioni, la Procura ha rilevato che Israele non rientra tra i Paesi sottoposti ad embargo ed è giunta ad affermare che le azioni armate di Israele rientrano nello schema della legittima difesa di cui all’art. 51 Carta ONU.

Nella propria opposizione i denuncianti, assistiti dall’avv. Marco Lacchin, hanno osservato che il veto USA nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU impedisce l’embargo ad Israele e che la condotta di Israele rientra nel concetto di aggressione, non potendo minimamente essere invocata la legittima difesa.

Soprattutto, però, i denuncianti hanno lamentato il fatto che il PM non ha preso in considerazione l’ipotesi più importante della L.185/90 e cioè quella che vieta la vendita di armamenti a Paesi i cui governi violino il diritto internazionale e quello umanitario in particolare. E’ noto che sono centinaia le risoluzioni ONU ignorate o disattese da Israele e che vari organismi ONU hanno accertato ripetute e gravissime violazioni dei diritti umani dei Palestinesi.

I denuncianti hanno chiesto l’acquisizione del rapporto Goldstone al Consiglio dei diritti umani dell’ONU sulla strage di Palestinesi del 2008/9 (“Piombo fuso”), quella quotidianamente narrata da Vittorio Arrigoni. Hanno chiesto anche di individuare i due intermediari che hanno percepito compensi pari all’1 e all’1,5 % sull’importo complessivo del contratto di oltre 460 milioni di euro. Hanno ricordato che già in altre occasioni la magistratura penale, ad esempio quella di Busto Arsizio, ha indagato i vertici di Finmeccanica per ipotesi di corruzione.

I denuncianti confidano in una rapida decisione del GIP che ordini seri ed approfonditi accertamenti.

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Pubblicato il 14 Giugno 2016
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