Argenziano assolto per le botte alla suocera

Il 9 novembre inizia il processo in corte d'assise contro l'uomo che avrebbe soffocato la moglie, ma intanto a Vercelli le accuse non hanno retto

Giallo Argenziano

Un punto alla difesa di Alessandro Argenziano, il 40enne problematico di Varese arrestato dalla polizia per l’omicidio della moglie Stefania Amalfi avvenuto nella loro abitazione di via Conca D’oro il 26 aprile 2015. L’uomo è stato assolto, giovedì mattina, in un processo davanti al giudice monocratico di Vercelli dall’accusa di aver picchiato la madre della moglie, Anna Nunner, durante un litigio nella di lei abitazione. Durante il processo, infatti, una testimone, amica della stessa madre, ha raccontato che in realtà le cose non sarebbero andate così.

Argenziano aveva visto un telefono cellulare della Nunner e in tono scherzoso glielo avrebbe chiesto in prestito; secondo la testimone la Nunner ha equivocato il tono di Argenziano iniziando un litigio, che avrebbe raggiunto il culmine quando la figlia, uscita dal bagno, si è avvicinata alla madre e nel mezzo della concitata discussione l’avrebbe presa per i capelli. Argenziano è stato assolto. Quel che è certo è che i rapporti famigliari entreranno anche nel processo per l’omicidio.

Il 9 novembre Argenziano comparirà di fronte alla corte d’assise per l’accusa di omicidio: secondo l’inchiesta condotta dal pm Sabrina Ditaranto egli avrebbe soffocato la moglie nel sonno. Un fatto a margine: l’avvocato dell’imputato Stefano Amirante non ha potuto nominare un consulente psichiatrico perché nessun dottore tra Milano, Varese e Como ha accettato di effettuare la consulenza di parte con il gratuito patrocinio. Argenziano non avrebbe infatti il denaro per pagare consulenti e avvocati.  Anche Amirante lo difende con il gratuito patrocinio.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 22 Settembre 2016
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