I graffiti: arte o vandalismo?
Intervista ad Andrea Borsetto, uno dei writer più noti del territorio. "Fondamentale é il dialogo tra gli artisti, le associazioni e i comuni"
Negli ultimi tempi ci sono state comunità con il fiato sospeso attendendo di veder ultimate delle opere sui muri, e altre indignate per lo sfregio di monumenti.
Arte o vandalismo? Si chiedono i professori universitari Alessandro Dal Lago e Serena Giordano che pochi mesi fa hanno pubblicato Graffiti per la casa editrice il Mulino.
Alcune di quelle stesse domande siamo andati a farle ad Andrea Borsetto, uno dei writer più noti del nostro territorio e che ha realizzato diverse opere in provincia.
«Prima di tutto pensa vada inquadrato il fenomeno, per capirne il contesto e il senso. Il writing o graffitismo non può non essere considerato come una delle correnti artistiche ed espressive più importanti e universali dei nostri tempi, nel suo eclettismo: forse una delle più sviluppate e seguite a livello giovanile. Per cultura, studio, varietà e tecnica non ha nulla di meno rispetto ad altre correnti, chi lo nega non ha coscienza del concetto di arte».
Il writing o graffitismo è figlio della creatività o di stereotipi?
«Nel corso degli ultimi anni abbiamo visto crescere un fenomeno globale che ha creato artisti importanti e di grandissima levatura, spesso sottovalutati ma che hanno aperto con le loro opere nuove strade più o meno impropriamente registrate come “street art”. Una cultura con una radice così “pop” é però alla portata di tutti e apre anche a figure improvvisate, meteore, giovani promesse che rispetto ad altri campi (immaginiamo gruppi musicali alle prime armi che hanno spazi espressivi ridotti e protetti) hanno una visibilità pubblica, spesso presa a forza, che li espone senza filtri al giudizio della collettività».
Possiamo parlare di teppismo o arte?
«Parte innegabile di questo fenomeno é l’illegalità, scelta più o meno consapevole, più o meno spinta, ma oggettivamente parte del writing: c’è chi decide di evitarla, chi non ne sa fare a meno. Le firme giudicate dai più incomprensibili, poche lettere fatte in dieci minuti sono probabilmente interessanti solo per i cultori della materia, per altri solo inciviltà. E’ comunque parte di una cultura che però, anche avendo manifestazioni vandaliche, non si può ridurre al solo e mero danno provocato ignorandone una visione più generale ed equilibrata: ricondurre tutto a “bruttura” solo perché fatta a spray e quindi associata mentalmente al vandalismo, oppure perché lontano dal proprio gusto e comprensione, é oggettivamente sbagliato».
Perché i ragazzi “imbrattano” i muri?
«Le motivazioni sono varie, ma inutile giustificarle con il disagio o la maleducazione: volendo fermarci ad analizzare una dimensione giovanile come quella di cronaca in questi giorni (il caso vandalico sul Battistero) l’illegalitá ha una parte di adrenalina, sfida, incoscienza, moda e divertimento che è tipica del mondo adolescenziale, unita a un grande egocentrismo che spinge a marchiare il territorio. Con una visione civica e adulta non è giustificabile in alcun modo, ma è uguale a tante altre manifestazioni transitorie di questa età, come le prime sbronze, riti di passaggio, atti sprovveduti e non ragionati; il vandalismo di questo tipo ha però una manifestazione pubblica e duratura che espone questo fenomeno agli occhi e alla condanna di tutti. Spesso si fa inconsapevolmente, vince il divertimento sulla comprensione del danno in atto, oltretutto con un brutto disegno. Ma fosse stato anche un bel graffito,su un bene pubblico ricco di storia e valore sarebbe stato ugualmente errato e aberrante anche per gli stessi cultori di questa arte».
Perché non vanno imbrattati i monumenti?
«Ripeto, é comune buonsenso di qualunque persona dotata di ragione e di un minimo di educazione. Nelle regole non scritte del writing é assolutamente condannato. Il fatto che invece si accettino disegni più o meno di pregio, fatti illegalmente sulla proprietà pubblica, riconduce alla scelta di cui sopra. Personalmente sono considerato, e mi considero, un writer a metà, avendo scelto nel mio percorso di dipingere solo legalmente, con permessi o in progetti. Altri fanno scelte diverse e vivono senza problemi il fatto che nella propria “performance artistica” sia compreso il danno pubblico. Questo, penso chiaro sia a chi lo subisca sia a chi lo compia, non ha scusanti: ma anche chi lo compie non cerca particolari scuse, fa parte del fenomeno».
Cosa può fare di positivo un’amministrazione?
«Fondamentale é il dialogo tra gli artisti, le associazioni e i comuni, a patto di distinguere chi ne fa un hobby e chi ne ha fatto una professione artistica, che come tale va riconosciuta e retribuita. Progetti come quelli fatti a Varese sui sottopassaggi offrono un servizio alla città ma non per forza possono servire a ridurre la parte vandalica che rimane una scelta più istintiva e poco governabile se non con l’educazione del singolo. Ma senza investimenti reali rimangono esperimenti estemporanei fatti in poco tempo e con poche risorse, perdendo un’occasione di valore (non solo riqualificazione) per la città.
La giustissima condanna di eventi come quello del Battistero non può però mischiare i livelli condannando tout court un movimento che ha, ripeto, una valenza artistica e culturale innegabile nel campo pittorico, e senza pari quanto meno in ambito giovanile».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
mike su La neve in montagna continua a sciogliersi. Contro la siccità si aspetta la pioggia
Felice su La festa "techno" nei boschi di Lonate Ceppino causa proteste
Rolo su Pullman in sosta con i motori accesi, la segnalazione e la risposta di Autolinee Varesine
lenny54 su "C'è del dolo nelle modifiche al Superbonus"
Felice su Architetti, geometri, ingegneri e costruttori all'unisono: "Da Super Bonus a Super Malus"
Felice su Dentro la loggia del Battistero di San Giovanni a Varese restituita alla città
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.