Imposimato: “Come ai tempi di Piazza Fontana vogliono la repubblica presidenziale “
L'ex magistrato e senatore ha incontrato i militanti del M5S per parlare del referendum. Una riforma costituzionale “orrenda" risultato di un parlamento "illegittimo"
Erano tanti i militanti del Movimento 5 Stelle presenti al Teatro Santuccio di Varese, martedì sera, per ascoltare il senatore Ferdinando Imposimato che prima di darsi alla politica è stato un magistrato famoso per aver istruito alcuni processi importanti durante gli anni di piombo, tra cui anche quello relativo al sequestro e all’uccisione di Aldo Moro. Con lui sul palco, al tavolo dei relatori rivestito da una bandiera italiana, i parlamentari Cosimo Petraroli, Danilo Toninelli e la consigliera regionale Paola Macchi.
È stato Petraroli ad aprire gli interventi parlando di bail–in, legge bavaglio e deindustrializzazione, fenomeni che, secondo il parlamentare pentastellato, proverebbero lo stretto legame che intercorre tra banche, partiti politici e criminalità organizzata. Se per Petraroli tutto ciò che è negativo è riconducibile all’attuale esecutivo, per Toninelli il referendum rappresenta l’atto finale di un governo di «farabutti» che, dopo aver liquidato malamente i giornalisti Porro, Giannini e Berlinguer, si prepara «all’assalto della diligenza».
Toninelli fa anche i conti della serva, cioè chi sta con chi. Secondo il deputato del M5s, sponsorizzano il “Sì” al referendum sulla riforma costituzionale: Confindustria, Coldiretti, Marchionne, la Cisl e tutti i poteri forti mondiali con in testa gli americani. «Tre o quattro straccioni – ha detto il deputato grillino – stanno svendendo la democrazia italiana. Se vince il “Sì” l’Italia sarà più simile all’Ungheria. Ho una sana angoscia che tutto questo schifo possa diventare realtà».
Quando è stata la volta del senatore Imposimato, l’ex magistrato non si è soffermato sulle ragioni politiche del “No”, già espresse da chi lo aveva preceduto, passando subito al verdetto: «la riforma Renzi–Boschi è orrenda», risultato di un «parlamento illegittimo» che crea un’evidente «menomazione della sovranità popolare». L’ex giudice istruttore ha paragonato i tempi attuali con quelli della strategia della tensione e della strage di piazza Fontana, tempi in cui si cercava di «trasformare le democrazie occidentali in dittature presidenziali».
Imposimato, non è una novità, predilige le ipotesi complottiste sostenendole con un richiamo continuo al passato e attingendo gli indizi dalle tante e importanti inchieste che ha condotto quando era magistrato. Questa volta «Si tratta di un disegno eversivo voluto da persone esterne al Parlamento» che, secondo il presidente onorario aggiunto della suprema Corte di Cassazione, avrebbe tra i suoi principali protagonisti anche il “club” Bildeberg.
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