Morto d’amianto, condannato ex manager
Oggi ha 84 anni ma secondo i giudici non fece abbastanza per mettere in sicurezza i tubi contaminati

Operaio morì d’amianto, il giudice monocratico Anna Azzena ha condannato l’unico amministratore dell’azienda ancora in vita: due anni di carcere con pena sospesa per l’ex amministratore della Sices Spa, un’impresa con sede a Lonate Ceppino (Varese), accusato di omicidio colposo in relazione alla morte di un operaio per mesotelioma pleurico provocato, secondo l’accusa, dall’esposizione all’amianto tra gli anni ’70 e ’80.
Il nome dell’ex dirigente è Tarcisio Saporiti, 84 anni, ed era amministratore dell’azienda che svolge attività per la costruzione e la manutenzione di impianti industriali tra il 1974 e il 1984.
Il Tribunale lo ha condannato anche a un risarcimento da quantificare in sede civile a favore dei familiari della vittima, parti civili nel processo. Il giudice ha disposto una provvisionale complessiva di 50mila euro.
Il pm aveva chiesto la condanna a un anno e quattro mesi di carcere mentre i suoi difensori, gli avvocati Massimo Gianola e Claudia Manfré, avevano richiesto l’assoluzione.
L’imputato è uno dei fondatori della Sices nel 1958, con alcuni soci, e avrebbe “omesso di adottare le misure necessarie a salvaguardare la salute del lavoratore” e provvedimenti per ridurre “i rischi lavorativi derivanti da esposizione a polveri”. L’uomo morì nel 2011, all’età di 55 anni, dopo aver lavorato per anni come tubista nell’azienda.
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