Profughi al lavoro per fare più bella la città
Attività di pulizia, sistemazione del verde urbano e aiuto nei centri anziani: sono questi alcuni dei lavori volontari che vedranno impegnati i richiedenti asilo ospitati in città
Attività di pulizia in città, sistemazione del verde urbano e aiuto nei centri anziani: sono questi alcuni dei lavori di volontariato che nei prossimi mesi vedranno impegnati i richiedenti asilo ospitati nella città di Varese.
Armati di pettorine, scope e tanta voglia di rendersi utili, impiegato i giorni di attesa con attività che siano di aiuto verso la comunità che li sta accogliendo, i migranti hanno risposto alla chiamata del Comune di Varese e da oggi si daranno da fare in tanti lavoretti che l’amministrazione ha individuato per i prossimi mesi.
Il progetto di volontariato era stato già presentato dall’amministrazione comunale e in particolare dall’assessore ai Servizi sociali, Roberto Molinari qualche settimana fa: oggi il primo gruppo di ragazzi stranieri si è messo ufficialmente a lavoro.
Prima tappa è stato il Centro diurno di via Maspero, dove questa mattina, 27 ottobre, una decina circa di richiedenti asilo ha sistemato e pulito le aree esterne. Per tutto il giorno i ragazzi saranno a disposizione per eseguire diversi lavori, compreso l’aiuto agli anziani che frequentano il centro diurno di via Maspero.
I richiedenti asilo sono accompagnati dall’associazione che sta gestendo insieme al Comune l’organizzazione delle loro giornate di lavoro. E a presentare nel concreto l’iniziativa partita ufficialmente oggi sono stati infatti l’assessore Molinari, i rappresentanti della cooperativa “Lotta contro l’emarginazione” e dell’associazione “L’anello forte”.
«Questi ragazzi hanno voglia di fare e di mettersi a disposizione della comunità, prendendosi cura della città che li accoglie: e saranno impegnati in diverse attività di volontariato totalmente gratuito – ha spiegato Roberto Molinari, assessore ai Servizi sociali – Parte così un percorso di volontariato dei richiedenti asilo che abbiamo costruito e che vedrà impegnati questi ragazzi nei prossimi mesi. E’ un modo per recuperare dignità da parte di questi persone e allo stesso tempo ripagare la comunità ospitante per quello che sta facendo. Noi crediamo che questo sia il modo migliore per dare una dimostrazione che il tema dei richiedenti asilo può essere affrontato seriamente e diversamente da come è stato fatto in questi anni in cui il problema c’era ma non veniva affrontato».
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