Il peccato originale
Dopo il commissariamento del Molina la situazione politica si surriscalda. Per una vera svolta a Varese sarebbe necessaria una maggiore trasparenza da parte di tutti
 
																			
                        
						
						
						
						Nelle prossime settimane sapremo qualcosa di più preciso sulla situazione del Molina. Per ora c’è una forte preoccupazione, e il commissario avrà il suo da fare per conoscere eventuali fatti illeciti sulla gestione dell’ente.
Intanto però il clima politico si surriscalda molto. Il centrodestra chiede a gran voce le dimissioni di Malerba, ma va anche oltre. Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia si spingono ad attaccare il sindaco in modo diretto per l’accordo elettorale con Lega civica.
Una situazione a dir poco paradossale, perché al centro della questione ci sono sempre gli stessi soggetti politici. Prima, con l’ultima giunta Fontana, gli esponenti che ora fanno capo a Lega civica erano alleati con il centro destra, che di fatto occupava ogni genere di poltrona. Ora, con forme diverse, succede la stessa cosa. Basti pensare alla presidenza del consiglio comunale e ai vertici delle municipalizzate Aspem Reti ed Avt occupati da persone che si rifanno a quell’esperienza.
Insomma, la politica dice di voler cambiare, ma le logiche restano le stesse.
È vero che Forza Italia e Lega si sono subito attivate per chiarire i fatti del Molina. È vero che hanno anche preso decisioni energiche sui propri rappresentanti nel CdA dell’ente, ma è altrettanto vero che in passato le alleanze con gli esponenti che ora sono in Lega civica le avevano loro, e che le avrebbero fatte anche alle ultime elezioni se il loro candidato sindaco non si fosse opposto.
Una situazione delicata quindi che ha poco a che fare con la trasparenza.
Il sindaco Galimberti però ha messo al centro della propria candidatura la discontinuità, e l’impegno di dare una svolta a Varese. Non può lasciar dire che corriamo il rischio di tornare alla stagione prima del 1992. È grave e pericoloso. Sappiamo tutti cosa pagò la città.
La domanda resta sempre la stessa. Non bastano però risposte vaghe. È possibile fare trasparenza sull’attuale situazione politica e su cosa abbia comportato quell’accordo? Continuare a negarlo non serve a niente e alimenta solo sospetti. Il sindaco ha una maggioranza schiacciante e in Consiglio comunale ha trovato anche una parte dell’opposizione disponibile a collaborare. Allora perché non esprimere con chiarezza la propria posizione, dando così una vera svolta, ed evitare di lacerare ulteriormente una comunità politica che crede sul serio al cambiamento?
Varese ne ha bisogno, anche per mettere un punto a capo alle continue polemiche, che non fanno che sottrarre energia a chi vorrebbe davvero costruire progetti importanti e virtuosi per la città.
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Sperando che non si tratti solo di cambiare il destinatario dei benefici…..