Aspem Reti, tensione tra sindaci e Minonzio

L'organo societario: “Non ci ha informato su consulenze e contratti”. La replica: “Ho scelto persone di cui mi fidavo”

Alfonso Minonzio

La gestione delle società partecipate di Varese e della Fondazione Molina sta cominciando a diventare come un vaso di Pandora, da cui stanno fuoriuscendo veleni e sospetti a ripetizione. L’ultima puntata riguarda la notizia, che circola tra i consiglieri comunali del centrodestra, di un contrasto tra il collegio sindacale di Aspem Reti e l’amministratore unico nominato dal sindaco, Alfonso Minonzio, in carica dal primo agosto 2016 ed ex sindaco Udc di Gazzada Schianno.

La notizia è questa: all’inizio di gennaio, il collegio sindacale ha inviato una lettera al sindaco Davide Galimberti in cui contesta varie condotte, a partire dalla nomina dei due professionisti che hanno effettuato la ricognizione sui conti della gestione precedente (il dossier è stato consegnato alcuni giorni fa al sindaco Galimberti che a sua volta lo ha inviato alla magistratura).

Secondo quanto circola in ambiente centrodestra, Minonzio non avrebbe informato il collegio sindacale sugli incarichi dati a due professionisti per indagare sulla gestione Calemme della piscina della Schiranna.

(Per inciso, secondo Ciro Calemme di Forza Italia la “due diligence” è stata fatta da Massimo Bellasio, un professionista che è anche nel collegio sindacale di Rete 55 Evolution, cioè la società che ha ricevuto il famoso prestito dalla Fondazione Molina. Anche il secondo professionista incaricato, avvocato D’Ancona, avrebbe avuto rapporti professionali con l’ex numero uno del Molina Campiotti).

Il collegio sindacale di Aspem Reti si sarebbe dunque lamentato con il sindaco di non aver avuto comunicazioni puntuali sulla vicenda. I sindaci avrebbero anche parlato di criticità nella gestione di Minonzio. E in particolare rispetto al contratto di servizio con Aspem. Ma anche per la decisione di confermare per 5 anni il contratto all’attuale dipendente di Aspem Reti. Altro punto contestato è la sponsorizzazione del Festival dei talenti, manifestazione il cui organizzatore è Leandro Ungaro, ex Forza Italia e membro del cda del Molina quando era presidente Campiotti. Il collegio sindacale contesta il fatto che la sponsorizzazione sia aumentata, da 1000 euro a 7mila euro, e che dai manifesti sia scomparso il logo della società, come invece prevedeva il contratto.

LA REPLICA

Alfonso Minonzio, amministratore unico di Aspem Reti, conferma che il Collegio sindacale ha eccepito su alcuni punti della sua gestione ma spiega le contestazioni sono infondate; in particolare quella sul contratto di servizio di Aspem: “E’ scaduto il 31 dicembre – osserva – ed era in fase di ridefinizione. Non è vero che ci siano problematiche e rischi. Il 12 gennaio c’è stato un incontro con il sindaco, i dirigenti di Aspem e il segretario comunale ed è stato dato l’ok al rinnovo del contratto. Abbiamo avuto bisogno di tempo per fare delle verifiche sul codice degli appalti”.

Sulle due indiscrezioni che attribuiscono alla nuova gestione, incarichi e sponsorizzazioni vicini a una certa area politica, è fermo: “Qualunque scelta avessi fatto per l’incarico sulla due diligence sarebbe stata strumentalizzata. Ho indicato dei professionisti di cui mi fidavo e che non avessero condizionamenti di sorta. Hanno svolto un lavoro eccellente. La relazione non entra mai in questioni politiche, ma solo tecniche. Inoltre, penso che se si voglia spiegare cosa sia accaduto, bisogna farlo nel merito e non confondere la questione del Lido Schiranna con quella del Molina. Quanto invece al Festival dei talenti, era una sponsorizzazione già presente. Io ho cambiato la cifra ma ho anche eliminato altre spese. Alla fine è rimasta l’unica sponsorizzazione di Aspem Reti”.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 06 Febbraio 2017
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