Manifesti discriminatori. Lega Nord condannata dal Tribunale
Il tribunale di Milano ha condannato il Carroccio dopo il ricorso delle associazioni per i diritti dei cittadini stranieri: i manifesti definivano "clandestini" i richiedenti asilo
I manifesti della Lega Nord sui richiedenti asilo erano discriminatori. A deciderlo è stato il giudice che ha così condannato la Lega Nord per l’operazione dei manifesti realizzati a Saronno contro il possibile arrivo dei migranti. Questo il testo del manifesto affisso nel 2016: “Saronno non vuole clandestini. Renzi e Alfano vogliono mandare a Saronno 32 clandestini, vitto, alloggio e vizi pagati da noi nel frattempo ai saronnesi tagliano le pensioni ed aumentano le tasse”.
A stabilire che il messaggio fosse discriminatorio è stato il giudice Martina Flamini del Tribunale di Milano, in merito all’azione legale avviata, con l’assistenza degli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, dall’Asgi associazione degli studi giuridici sull’immigrazione e da Naga, associazione volontaria di assistenza socio sanitaria e per i diritti di cittadini stranieri. Ora La Lega Nord di Milano (via Bellerio) dovrà pagare 5mila euro per ogni associazione che ha presentato ricorso (non pagherà quella di Saronno perché nelle sedute dell’udienza, come ha sottolineato il segretario cittadino Davide Borghi, la sezione saronnese è priva di personalità giuridica).
Nel dettaglio l’uso della parola clandestini era inappropriato, in quanto si trattava di possibili richiedenti asilo in arrivo sul territorio, nella sede distaccata del Liceo Grassi messa a disposizione dalla Parrocchia. L’amministrazione comunale però non volle proseguire con l’autorizzazione delle pratiche burocratiche e l’ex scuola non venne utilizzata.
È però rimasta la denuncia per quei manifesti, che oggi il tribunale ha giudicato discriminatori. Così si legge in una nota dell’associazione per gli studi giudici sull’immigrazione: «L’associazione dei termini clandestini (ossia di coloro che entrano/permangono irregolarmente nel territorio contravvenendo alle regole sull’ingresso e il soggiorno) e richiedenti asilo (ossia di coloro esercitano un diritto fondamentale ovvero quello di chiedere asilo in quanto nel loro paese “temono, a ragione, di essere persguitati) oltre ad essere erronea ha una valenza denigratoria e crea un clima intimidatorio e ostile. Secondo il tribunale di Milano a nulla vale invocare l’articolo 21 della costituzione in materia di libertà di pensiero poichè “nel bilanciamento delle contrapposte esigenze – entrambe di rango costituzionale – di tutela della pari dignità, nonchè dell’eguaglianza delle persone, e di libera manifestazione del pensiero, deve ritenersi prevalente la prima in quanto principio fondante la stessa Repubblica».
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confrontando questa vicendo con quella in cui tempo il noto commentatore comunista era stato assolto dopo aver pesantemente insultato i leghisti…. beh, che dire… meglio astenersi. non vorrei essere a mia volta perseguito per reato d’opinione… ho già in mente chi gongolerà leggendo questa notizia.
pazzesco!!! ma allora non li posso neanche chiamare invasori? naturalmente questa é la mia percezione, ma se non posso come chiamarli?
è incredibile: in Italia siamo arrivati a processare e persino condannare le idee politiche.
peraltro, la maggior parte delle richieste di asilo vengono respinte ma è noto che, conseguito il respingimento, lo straniero non se ne va ma resta in Italia e diventa così irregolare, concetto comunamente assimilato alla clandestinità.
inoltre, quando lo straniero diventa irregolare, sostanzialmente nessuno gli fa niente (e lui aspetta la sanatoria per regolarizzarsi) ma ora viene processato e condannato quel partito che denuncia politicamente questa situazione diffusa.