Ebraismo, cristianesimo e islam dialogano all’Insubria
L’appuntamento è per lunedì 15 maggio, alle ore 17 e 30, nell’Aula Magna di via Ravasi. Vi prendono parte: monsignor Luca Bressan, l’Imam Yahya Sergio Pallavicini e Rav Elia Richetti
Il dialogo tra le religioni come strumento per la convivenza in una società multiculturale: è questo il focus della tavola rotonda “Islam, Cristianesimo ed Ebraismo nella società in cambiamento”, organizzata dall’Università degli Studi dell’Insubria con monsignor Luca Bressan, dell’Arcidiocesi di Milano, l’imam Yahya Sergio Pallavicini, presidente della Comunità Religiosa Islamica e Rav Elia Richetti, rabbino della Sinagoga di via Eupili a Milano.
L’appuntamento è per lunedì 15 maggio, alle ore 17 e 30, nell’Aula Magna di via Ravasi 2, a Varese: l’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. Introducono i lavori il rettore Alberto Coen Porisini e il sindaco di Varese Davide Galimberti.
I temi della convivenza civile saranno trattati in un dialogo che possa coinvolgere tutti i cittadini, in particolare i giovani (studenti e non solo), muovendo da due considerazioni essenziali: la necessità di conoscere meglio la realtà multiculturale della nostra società, e la convinzione che la tradizione religiosa in cui i singoli si riconoscono segna in modo decisivo la loro esistenza e quella della comunità in cui vivono.
«Il dialogo è speranza nella società dell’individualismo. Le religioni che dialogano sono gesto di grande speranza per una società in forte crisi per l’attuale “cambiamento d’epoca”. L’università, che per sua propensione comprende il diverso, coglie quest’occasione e offre uno spazio per dimostrare che la crisi è opportunità anche di relazione e che le religioni non sono una minaccia, ma un importante risorsa per vivere bene assieme» afferma Antonio Angelucci, giurista e segretario del Centro religioni, diritti ed economie nello Spazio Mediterraneo.
Modera l’incontro Alessandro Ferrari, docente e membro della Commissione sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni d’odio istituita dalla presidenza della Camera dei Deputati e del Consiglio per le relazioni con l’Islam italiano, istituito presso il Ministero dell’Interno. È rappresentante del Centro Interuniversitario FIDR (Forum Internazionale Democrazia e Religioni), cui l’Università degli Studi dell’Insubria è associata.
Introduce il tema Elisabetta Moneta Mazza, docente e coordinatrice didattica del Progetto FILIS (Formatori Interculturali di Lingua Italiana per Stranieri) dell’Università degli Studi dell’Insubria. «La mancanza di conoscenza dall’altro da sé, ma anche del sé rispetto alla storia, e delle proprie interpretazioni della realtà sociale – dichiara Moneta Mazza – può produrre indifferenza, o addirittura accettazione acritica di generalizzazioni, stereotipi e pregiudizi, fino a sfociare nell’ostilità».
«Conoscere il profilo multiculturale delle società occidentali vuol dire, oggi, affacciarsi anche su un fenomeno migratorio che non ha eguali nel nostro recente passato, e considerare, non secondariamente, come l’appartenenza religiosa segni in modo determinante la vita della persona e della comunità», afferma Gianmarco Gaspari, docente e presidente del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, direttore del Master FILIS e direttore dell’International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities dell’Università degli Studi dell’Insubria, che chiuderà l’incontro.
«Ci auguriamo una presenza numerosa di insegnanti e studenti, perché è nella scuola che si impara a relazionarsi con i vicini, soprattutto con i “nuovi vicini” che vengono da lontano» conclude la professoressa Moneta Mazza.
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