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Laureati Liuc: l’occupazione arriva in tre mesi
Altissime percentuali di occupati tra i neolaureati dell'ateneo. Ottimi risultati per economia e ingegneria che sfiora il 100% a cinque anni dalla laurea
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La laurea resta infatti, pur al netto della crisi, un buon lasciapassare per il mondo del lavoro.
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Ne sono convinti alla Liuc, Università Carlo Cattaneo di Castellanza di fronte ai numeri forniti da Almalaurea nell’ultimo Rapporto sulla Condizione Occupazionale dei laureati italiani: « Laurearsi è importante e per un’Università è aperta la sfida di saper offrire un’offerta didattica di valore, alzando sempre di più l’asticella del valore proposto – dichiara Federico Visconti, Rettore della LIUC – Università Cattaneo.
Parlano chiaro soprattutto i dati sull’occupazione a un anno dalla laurea magistrale: alla LIUC la percentuale di coloro che sono inseriti nel mondo del lavoro è dell’89% a fronte del 71% della media nazionale. A 5 anni la percentuale sale al 94% contro un dato nazionale che si ferma all’84%.
Si conferma positivo anche il tempo per l’inizio dell’attività lavorativa con circa 3 mesi di attesa (periodo sempre inferiore alla media del collettivo Almalaurea).
Non mancano le buone notizie per quanto riguarda la retribuzione, con i laureati LIUC che raggiungono uno stipendio pari a 1.455 euro contro una media nazionale pari a 1.153 euro (a un anno dalla laurea) e raggiungono a 5 anni dalla laurea una retribuzione di 1.768 euro contro i 1.405 della media nazionale.
Svetta Economia con il 90% di occupati ad un anno dalla laurea, sia migliorando la propria performance dello scorso anno (85,9%) sia staccando notevolmente il dato medio del collettivo, ovvero 76,1%.
Cosa accade, invece, sul lungo periodo? A 3 anni dal conseguimento del titolo si registra un tasso di occupazione di oltre il 90% per Economia ed Ingegneria mentre Giurisprudenza si attesta sul 78%. A distanza di 5 anni, Economia supera il 90%, Ingegneria raggiunge il 100% mentre Giurisprudenza segna un 87.7%.
«Agli studenti – continua il Rettore Visconti – servono non solo contenuti tecnici di base, ma anche e soprattutto capacità di elaborazione e gestione dei processi. Sta all’Università fornire una didattica di tipo esperienziale, di relazione, con un approccio di sostanza al sistema. Non solo tabelle ministeriali da rispettare, ma orecchie a terra per ascoltare e sapere con certezza cosa chiedono le imprese e le istituzioni, averne il polso, essere in grado di rispondere alle esigenze reali del Paese.
Conoscere cosa ci chiedono i recruiter è dare sostanza all’offerta formativa di un’Università che vuole trasmettere conoscenze, competenze e abilità relazionali».
Fondamentale è «fare esperienza in inglese, non solo tramite lo studio della lingua ma soprattutto con percorsi all’estero (Erasmus, Exchange) e l’incontro con altri studenti di Paesi stranieri. Lo stesso rafforzamento dell’erogazione dei crediti in lingua inglese alla LIUC (incremento del 30% per Economia e del 56% per Ingegneria nell’ultimo anno) rappresenta, per noi, un indicatore di valore», precisa Visconti.
Per una formazione sempre più globale e innovativa, la LIUC ha introdotto quest’anno alcune novità nell’offerta formativa, come il percorso della Laurea Magistrale in Economia “Entrepreneurship & Innovation”, un programma selettivo e interamente in lingua inglese per formare laureati con forti competenze manageriali e creare leader responsabili che vogliano lanciare una nuova imprese o rinnovare con idee innovative imprese esistenti.
Per i futuri Ingegneri, invece, il laboratorio i-FAB che riproduce il modello organizzativo e gestionale di impresa rapida e snella tipico dell’Industry 4.0.
Scelte, queste, che rinsaldano l’attenzione della LIUC al mondo del lavoro e vanno nella prospettiva di confermare la soddisfazione dei propri studenti per l’esperienza universitaria, già ora al 96% come emerge dal rapporto Almalaurea.
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