Il centrosinistra perde ovunque
Dall'Aquila alla roccaforte di Sesto San Giovanni, dalla "renziana" Lodi a Com. A Parma il candidato Pd viene sconfitto da Pizzarotti. Ce la fa invece il centrosinistra "allargato" a Padova. L'affluenza si ferma al 46%
Per il centrosinistra è una debacle. Totale, senza nessun risultato (escluso Padova) che possa addolcire la sconfitta: l’esito dei ballottaggi del 2017 è quasi l’opposto del 2012, il culmine del ciclo politico che vide il centrosinistra vincente quasi ovunque.
I due risultati che più pesano sono quelli di due antiche roccaforti, Genova e Sesto San Giovanni. Nella città ligure – medaglia d’oro della Resistenza, protagonista della rivolta del 1960 – il centrodestra torna al governo dopo cinquant’anni con Marco Bucci, il candidato che ha riunito tutto il fronte conservatore (comprese Lega e Fratelli d’Italia, con i salviniani primo partito) e che sconfigge Giovanni Crivello. Ha votato solo il 42%, il sindaco uscente – l’outsider Marco Doria, eletto nel 2012 con Sel – non si è ricandidato. A La Spezia il centrodestra sfiora il 60%.
L’altro fortino perso, di enorme valore simbolico, è Sesto San Giovanni: la sindaca uscente, Monica Chittò, perde contro lo sfidante del centrodestra, Roberto Di Stefano. «Abbiamo espugnato la Stalingrado d’Italia» ha commentato Di Stefano. Il centrosinistra ce la fa invece in tanti centri minori intorno a Milano, come Melegnano, San Donato, Cernusco sul Naviglio.
A Como il medico Mario Landriscina, candidato di centrodestra, è sindaco con il 52,8%, contro il 47,2 di Treglio (anche qui il sindaco uscente non si è ricandidato).
A Parma ha vinto Federico Pizzarotti, il sindaco uscente (ex Movimento 5 Stelle) che supera il candidato Pd.
Ce la fa invece a Padova Sergio Giordani, imprenditore candidato di centrosinistra allargato e d’impronta civica (con colore arancione, come nel 2011-2012). Vince con il 52 per cento, contro il 48 del candidato del centrodestra Massimo Bitonci (che aveva visto in crisi la sua maggioranza: si andava a elezioni anticipate). Centrodestra vincente anche a Gorizia, principale centro al voto in Friuli.
Il centrosinistra è avanti anche a Taranto e Lecce.
Il centrosinistra a trazione Pd perde Lodi, il cui sindaco era stato arrestato nel maggio scorso (è anche la città del renzianissimo Lorenzo Guerini). Il centrosinistra perde anche l’Aquila, dove il match era considerato favorevole ad Amerigo Di Benedetto, “erede” di Massimo Cialente, che era stato rieletto anche dopo il sisma e ha gestito la lunga fase della ricostruzione.Il M5S perde invece ad Asti, contro il centrodestra.
Il centrosinistra perde anche a Carrara: nella città capoluogo dell’Apuania la spunterebbe il candidato del Movimento 5 Stelle, caso unico nei capoluoghi di provincia. In Toscana vince il centrosinistra anche a Pistoia. A Lucca Alessandro Tambellini, sindaco uscente, si conferma di misura con il 50,52% sul candidato di centrodestra Remo Santini al 49,48% (meno di 400 le schede di differenza).
Cambio della guardia – con il successo del candidato di Lega e Forza Italia – nella periferica Alessandria, la cui amministrazione di centrosinistra aveva dovuto gestire il default causato dal centrodestra.
A Verona la sfida interna al centrodestra vede vincitore il centrodestra dei partiti (Lega, Forza Italia e altri) contro la candidatura “Civica” di Patrizia Bisinella, la moglie del leghista eretico Flavio Tosi, ex sindaco della città.
Bassissimo in generale il dato dell’affluenza: si supera di poco il 46%, cinque anni fa l’affluenza fu del 50,52%.
A Trapani va a vuoto il ballottaggio: ha votato solo il 26% degli aventi diritto, ben sotto il 50% + 1 necessario. A Trapani c’era una situazione anomala: due candidati erano sottoposti a misure cautelari, il candidato Dem sfidava solo l’astensione.
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