Anziani senza assistenza: “Il servizio non doveva chiudere”

Sospeso dal 1 luglio, dovrebbe riprendere nei prossimi giorni. Anche se non c'è certezza della durata

badante

Anziani senza aiuti. Malati di Alzheimer privati del centro diurno a cui facevano riferimento. Persone fragili costrette a rivolgersi a parenti e amici per sbrigare le principali attività della giornata.

La lettera di denuncia di una lettrice ha scoperchiato un vespaio. In tanti ci hanno scritto e segnalato situazioni di abbandono arrivate, soprattutto, all’improvviso senza alcun preavviso: «il giorno 28/06 alle ore 15:07, ho ricevuto (finalmente) la telefonata del distretto di Azzate con la quale mi veniva comunicata la sospensione del servizio a partire dal 1° Luglio. L’operatrice del distretto mi ha detto di richiamare a Novembre che, forse, ad Ottobre la Regione avrebbe stanziato qualcosa» ci ha scritto Emanuela Zilioli.

Anche Giuseppe Bartoccini, promotore del Progetto Rughe a Gavirate: « Ho ricevuto la comunicazione che non sarebbe stato più erogato il servizio di Rsa aperta a mia moglie malata di Alzheimer, via mail, nel momento stesso che, non avendo ricevuto alcuna comunicazione in precedenza, la stavo accompagnando in struttura. ASSURDO!!!!!!! Ho girato la macchina alla prima rotonda e sono, con lei, tornato a casa».

Altri utenti ci hanno chiamato raccontato la stessa improvvisa chiusura del servizio di RSA diurna o aperta. La motivazione, riportata da tutti, è che la Regione ha tagliato i fondi e che se ne riparlerà forse a novembre.

Una versione che il direttore sociosanitario dell’ATS Insubria Lucas Gutierrez smentisce: « Non c’è stato alcun ridimensionamento. Sono solo in corso i rinnovi dei piani assistenziali ma la Regione non ha dato alcuna disposizione di interrompere un servizio così importante e prezioso per le categorie più fragili. Quella chiusura non doveva esserci».

La prima denuncia apparsa su Varesenews ha smosso le acque. È intervenuto il consigliere della Lega Emanuele Monti che ha assicurato la ripresa del servizio. Il servizio, di fatto, non avrebbe dovuto interrompersi. Almeno stando alle intenzioni della Regione espresse dal dottor Gutierrez.

Con la riforma della sanità, la gestione di questi servizi socio sanitari è passata in capo all’ASST Sette Laghi. Cosa sia avvenuto nei distretti dell’area nord della provincia, gestita dall’ASST Sette Laghi, non è chiaro. Sembra che agli erogatori, RSA e cooperative, sia stato comunicato che, per mancanza di budget, non si sarebbe rinnovato il contratto. Con l’intervento dell’ATS l’assistenza dovrebbe ora riprendere: probabilmente nei prossimi giorni l’accoglienza tornerà attiva anche se, dicono alcune voci informali, dovrebbe durare solo un mese.

Il cortocircuito che si è creato ha messo in seria difficoltà centinaia di persone con le relative famiglie. I centri però stanno riaprendo, con soluzioni adottate velocemente per non aggravare le difficoltà degli utenti. 

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Pubblicato il 04 Luglio 2017
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Vinx

    Buongiorno,
    questa mattina mi sono recato presso AST di Laveno per compilare i moduli per il
    riesame e gli operatori mi hanno ribadito che ancora oggi non si sa SE e per
    quanto tempo sarà riattivato il servizio di RSA aperta.
    Inoltre mi hanno consigliato di iniziare a contattare il Comune,
    ed in particolare i servizi sociali, perché, nel caso si perda diritto al
    bando regionale, i comuni potrebbero (dovrebbero?) sopperire coprendo loro le
    spese per il servizio (!!).
    Intanto ho saputo anche che i lavoratori delle cooperative che prestavano il
    servizio di RSA aperta domiciliare sono in ferie forzate.
    Il servizio è stato interrotto in modo così repentino che restavano ancora almeno
    2 ore sul voucher precedente.
    Tutti puntano il dito verso la Regione che non ha soldi per questo capitolo di
    spesa e vuole ridurre il numero degli assistiti. Numero che invece è in crescita.

    Spero che il servizio possa riprendere il più presto possibile e complimenti
    vivissimi a chi ha scatenato questo pandemonio.

    Vincenzo

    1. Avatar
      Scritto da MorenoZeta

      ovviamente senza razzismi, i fondi per altre strutture ci sono.
      Dobbiamo caricare i nostri genitori su un barcone per poi ottenere magari una casa,, 35 euro al giorno e aria condizionata?
      Sono caregiver di due genitori, assistenza sociale zero, e ora nemmeno sollievo.
      Grazie Italia Grazie Lombardia

  2. Ameyal
    Scritto da Ameyal

    Sinceramente, quando ho scritto la mia lettera, non pensavo che avrei sollevato un vespaio … però mi fa piacere purché questo porti qualcosa di positivo a tutti quanti si trovano nella mia stessa situazione.
    Non si può sospendere un servizio e basta … almeno chiedere ai diretti interessati in che situazione si trovano e cosa comporta per loro la sospensione, almeno informarli se ci sono delle opzioni, delle alternative e dove rivolgersi.
    Si tratta di un problema serio che interessa tantissime famiglie e non parliamo solo delle famiglie che hanno in casa uno o più anziani con difficoltà, ma anche di tutti gli operatori che si sono ritrovati senza lavoro da un giorno all’altro.
    Non è cosa da poco.
    Se il servizio viene ripristinato per un mese, va bene … e poi??? Siamo punto e a capo … stiamo parlando di malattie degenerative croniche da cui non c’è via di scampo, stiamo parlando di persone che hanno bisogno di essere accudite in un determinato modo e con costanza, stiamo parlando di famigliari che sono allo stremo.
    Spero che, durante questo mese di proroga, venga presa in seria considerazione tutta la questione, vengano attuate le misure necessarie e messe a disposizione nuove risorse per dare continuità al servizio anche dopo.
    Grazie.
    Emanuela

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