Varese è una seconda scelta che può riservare belle sorprese

Alfredo Dal Ferro è il presidente dell'associazione B&B di Varese: oltre cento strutture associate per un totale di 249 camere e 613 posti letto. «Vogliamo creare un'associazione regionale»

Avarie

«Chiamarla ricettività complementare è riduttivo. Oggi sono gli alberghi le strutture complementari». Alfredo Dal Ferro, presidente dell’associazione B&B Varese, rifondata nel 2015, parla con la forza dei numeri: oltre cento strutture associate per un totale di 249 camere e 613 posti letto. Complessivamente, il numero dei B&B in provincia di Varese, che è tra le prime cinque province lombarde per numero di posti letto disponibili, è cresciuto dal 2007 al 2015 da 93 a 225, passando da 388 a 1.115 posti letto (la dimensione media è di 5 posti letto), un’offerta che equivale al 10% di quelli extralberghieri e al 4,5% del totale alberghiero. Quella del bed and breakfast è una scelta sempre più gradita, come dimostra l’aumento di oltre 10mila unità del numero degli arrivi negli ultimi 8 anni, passati dai 6.019 del 2007 ai 16.253 del 2015 per un totale di 37.409 giornate di soggiorno.

Dal Ferro, la ricettività complementare a giudicare dai numeri è un fenomeno in crescita
«Sì, c’è stata un’accelerazione dell’extralberghiero tradizionale, non solo bed and breakfast ma anche ostelli, campeggi, locande. I numeri della nostra associazione dal 2011 sono raddoppiati. Mancano all’appello gli airbnb che sono appartamenti che vengono affittati dalle persone che non si sono minimamente preoccupate del fatto che la loro attività doveva essere assoggettata ai termini di legge. Hanno aperto e basta. In questo caso il numero si quadruplica e sale a oltre mille».

È un dato importante in termini quantitativi. Dove si concentrano gli airbnb?
«Tra Laveno e Angera su 320 strutture che lavorano, solo 80 sono registrate. Questo crea innanzitutto un problema di sicurezza poiché, non essendo registrati, la Questura non gli fornisce i dati per il login dove segnalare la presenza degli ospiti. Per non parlare poi della parte fiscale. I codici fiscali ci sono, basterebbe che il fisco incrociasse i dati…».

Per voi è una forma di concorrenza sleale?
«Noi abbiamo degli obblighi a partire dal numero minimo di camere e posti letto e sulla registrazione dei clienti. Dobbiamo servire colazioni e paghiamo la tari come gli hotel. Abbiamo l’obbligo dell’hccp per la sicurezza alimentare, l’installazione di un estintore e l’esposizione della planimetria della struttura, eppure non abbiamo partita iva. Ci vorrebbe un intervento dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani, ndr) che segnali ai comuni un comportamento lineare, uguale per tutti. Ci abbiamo provato anche con la Regione, ma non abbiamo ottenuto risposta. Esiste tra l’altro una sentenza della Corte di Cassazione su questa questione. Inoltre, come associazione siamo impegnati per aiutare le strutture cav (case e appartamenti per vacanze, ndr) non registrate​ a diventare regolari».

In un recente convegno di Confcommercio , a cui ha partecipato anche la Camera di Commercio di Varese, lei ha  affermato che la mediazione con i singoli comuni funziona
«È vero, quando un nostro associato denuncia il fatto che gli vengono fatte pagare tasse sulla spazzatura come se fosse un albergo o una qualsiasi impresa, noi andiamo e trattiamo e alla fine i comuni ci danno sempre ragione. Ecco perché chiediamo un intervento lineare valido per tutti».

Che tipo di offerta è quella dei bed and breakfast del territorio?
«È varia. Noi associamo più della metà delle strutture della provincia. Abbiamo bellissime ville con piscina sul lago e appartamenti in città, ce n’è per tutti i gusti con un buon rapporto qualità-prezzo. Il grosso problema è che l’incoming, da noi non esiste»

L’associazione B&B Varese è stata rifondata nel 2015. Qual è il prossimo passo?
«Stiamo lavorando per creare un’associazione regionale. Questo ci darebbe un maggiore potere contrattuale per cambiare alcuni aspetti come appunto la tari o  il canone tv che mi obbliga a pagare 407 euro. Insomma, una sana lobby che ci riconosca il ruolo che svolgiamo. Ci sono già dei preaccordi con la provincia di Monza e Brianza, contatti con Brescia e Como, si sta lavorando su Mantova, Cremona, Lodi e Pavia per far nascere associazioni locali».

Sul territorio che azioni sono state fatte per favorire i grossi flussi turistici?
«La sport commission della Camera di Commercio sta facendo un grande lavoro su questo fronte perché quel tipo di manifestazioni sono adeguate per la proposta dei bed and breakfast».

Come sta andando la stagione?
«Gli associati sono molto contenti perché, anche dopo l’Expo, i turisti hanno continuato a scegliere il territorio. C’è molto estero grazie a un lavoro fatto ancora prima dell’esposizione universale. La stagione attuale sta andando bene con un incremento significativo, tireremo le somme in ottobre. Varese è una seconda scelta che può riservare delle belle sorprese».

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Pubblicato il 31 Luglio 2017
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