Nature Urbane, Varese si candida capitale del paesaggio
Grazie alla collaborazione di molti privati che apriranno le corti storiche e di enti interessati a far conoscer le bellezze della città giardino, per 10 giorni il capoluogo al centro di iniziative e approfondimenti
«Chi viene a Varese e si ferma anche poche ore, si innamora del nostro paesaggio. Quindi è bene che questo patrimonio venga messo in un circuito a disposizione di tutti».
Il concetto è in queste righe, e l’ha esposto il sindaco Davide Galimberti in una sala matrimoni del Comune piena per la presentazione di Nature Urbane, il festival del paesaggio che si terrà in città dal 29 settembre all’8 ottobre.
NATURE URBANE – Un titolo che è ”raffinata contraddizione”, per dirlo con le parole dell’assessore alla cultura Roberto Cecchi, il quale ha illustrato nel dettaglio l’iniziativa di una conferenza teaser, cioè fatta per invogliare e coinvolgere quante più persone possibile alla realizzazione della dieci giorni che porteranno in città – e non solo – esperti, luminari delle scienze sociali, artistiche e naturali.
Ma soprattutto cittadini, si spera tanti, che avranno il piacere di conoscere il sentiero dietro casa o la residenza ricca di storia aperta per l’occasione, magari uno dei tanti palazzi di fronte ai quali si passa sbadatamente ogni giorno, ma capaci di custodire storia dei luoghi e culture di un’epoca.
Il festival sarà tutto questo: dare fondo alla voglia di primeggiare nel campo del paesaggio per una città – Varese – che ha il 73% del territorio di rilevanza paesaggistica: non si tratta solo dei giardini del centro, ma anche e soprattutto delle bellezze fuori porta, a partire dal Sacro Monte.
«Sarà una sorta di edizione zero affinché nel corso degli anni crescano i soggetti che vogliono scommettere su questa partita. E’ una sperimentazione», ha specificato il sindaco, aggiungendo che «la Città aveva bisogno di un momento di condivisione, lo aspettava». riferendosi alla grande partecipazione in termini di pubblico alla presentazione.
LE TEMATICHE DEL FESTIVAL – Saranno cinque gli assi attorno ai quali si svilupperà il festival: le visite storico artistiche architettoniche botaniche nei giardini privati e pubblici; l’educazione al paesaggio; i sentieri tra arte e natura; studi, ricerche e approfondimenti su queste tematiche; arte e spettacolo.
LE VILLE – Nei dieci giorni di inizio autunno verranno aperte le ville pubbliche della città: Recalcati, Augusta, Baragiola, Mirabello, Toeplitz, Mylius, Ponti, Palazzo Estense e giardini, Castello di Masnago e giardino. Saranno visitabili le proprietà Fai di villa Panza, Della Porta Bozzolo – a Casalzuigno – e il Monastero di Torba – Gornate Olona.
Ma saranno i privati a dare un enorme contributo alla riuscita della manifestazione, aprendo i portoni delle dimore storiche di Varese: «Devo ringraziare i 13 proprietari di queste dimore che hanno aderito all’iniziativa, su un totale di 120 ville censite», ha affermato l’assessore Cecchi.
GLI APPROFONDIMENTI – Sono previste 33 visite guidate con le scuole, e il racconto dei luoghi verrà affidato ai tecnici del Comune e del settore cultura «dove ci sono grandi professionalità», ha specificato l’assessore, sottolineando come il progetto per larga parte verrà fatto in house dal Comune servendosi di risorse proprie. A bilancio la voce per la cultura ammonta a 300 mila euro e da questa cifra – una parte – si attingerà per coprire i costi, ancora in definizione.
Cai e Parco del Campo dei fiori sono coinvolti a vario titolo per accompagnare i turisti a visite guidate dove si scopriranno percorsi storici come la via Francisca del Lucomagno; il percorso dal Sacro monte al lago di Varese; verrà inoltre, fra gli altri luoghi, coinvolto il meraviglioso birrificio Poretti, dove grazie alle sue forme art nouveau ancora oggi si produce birra e varrà predisposta l’apertura al pubblico dell’osservatorio economico.
Dieci, uno al giorno, gli approfondimenti proposti: incontri con esperti dove si tratterà di temi monografici – villeggiatura a Varese dal ‘700 al ‘900 – ma anche di portata nazionale vedi “tutela dei giardini e istanze locali”, “territorio come laboratorio di dati” o ”economia circolare”.
La parte divulgativa vuole coinvolgere soprattutto le scuole per soddisfare l’equazione conoscenza = educazione.
IL BARONE RAMPANTE – Arte e cultura saranno il fil rouge della rassegna: è prevista la lettura di dieci brani, uno al giorno, del capolavoro di Italo Calvino “Il barone rampante” interpretato da attori professionisti e non, e si terrà inoltre un concerto finale al Campo dei Fiori col grande violoncellista Mario Brunello.
IL PREMIO ECOLOGIA CITTA’ DI VARESE – A suggellare la valenza nazionale ed internazionale del Festival non poteva mancare un’iniziativa dedicata all’indimenticato professore Salvatore Furia, fondatore della Società Astronomica G.V. Schiaparelli, sede della Cittadella di Scienze della Natura in cima al Campo dei Fiori.
L’iniziativa, fortemente voluta dal vice sindaco Daniele Zanzi, prevede la riattivazione del Premio Ecologia Città di Varese, istituito nel 1986 dal Comune di Varese su proposta del professor Furia, che l’aveva fondato nel 1973. Si trattava di uno dei primi premi a tema specifico sorti in Italia e forse in Europa. Un visionario riconoscimento che anticipava e precorreva i tempi e negli anni ’90 era stato interrotto. Il premio sarà assegnato a un divulgatore di scienze ambientali e naturalistiche di fama nazionale che sarà individuato da un apposito comitato scientifico. Inoltre, per sottolineare l’attenzione di questa Amministrazione per le nuove generazioni, oltre al premio è stata riattivata anche l’elargizione di una borsa di studio rivolta a neolaureati o dottorandi. La borsa di studio sarà intitolata alla memoria dell’illustre entomologo e ricercatore Mario Pavan, rettore dell’Università degli Studi di Pavia, scomparso nel 2003.
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