A piedi sulla ferrovia, così i migranti rischiano la vita

I due uomini feriti a Gazzada da un treno sono migranti che hanno scelto i binari come via più veloce verso casa

Stazione castellanza: binari o discarica?

Sono sempre gravi le condizioni di uno dei uomini travolti da un treno, ieri notte alle 23 e 47, all’altezza della ferrovia tra Varese e Gazzada Schianno, mentre l’amico ha riportato solo una ferita al piede destro. I due, di nazionalità marocchina, stavano camminando sui binari in una posizione molto pericolosa e sono stati risucchiati dal treno che stava viaggiando in direzione Varese nonostante il macchinista abbia tentato di frenare. Il motivo per il quale i due uomini si trovavano in quel punto può sembrare strano, ma polizia e magistratura hanno spesso fatto i conti con racconti come quello che il ferito ha proposto ieri notte alla polizia ferroviaria.

Il meno grave dei due uomini è un marocchino di 30 anni, richiedente asilo politico e residente presso al comunità Exodus di Gallarate. L’uomo ha raccontato che avevano fatto tardi a Varese e che non voleva dormire in stazione. Il suo amico, da par suo, è un marocchino di 39 anni, che vive ad Albizzate e aveva incoraggiato l’amico a seguire i binari per tornare presso le loro abitazioni perché il giorno dopo doveva lavorare.

I due hanno seguito i binari perchè sono la via più breve  per tornare a casa a piedi. A quanto risulta alle forze dell’ordine,  anche altri stranieri, magari da poco in Italia e poco esperti di strade e geografia del luogo, fanno lo stesso. Alcuni casi di cronaca accaduti di recenti, con stranieri investiti sui binari, lo confermano. I feriti di ieri notte risiedono guarda caso in due comuni che sono proprio sulla linea del treno. A loro, nonostante la pericolosità estrema, seguire la ferrovia è parsa la cosa più semplice da fare.

 

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 02 Agosto 2017
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