Ampollini: “Gli investimenti della Fondazione saranno più collegiali”
Dopo le dimissioni di Luca Galli (indagato) parla il nuovo presidente della Fondazione comunitaria del Varesotto
 
																			
                        
						
						
						
						La Fondazione comunitaria del Varesotto riparte con una nuova stagione di bandi per 1 milione e 475mila euro, grazie ai fondi assegnati dalla Fondazione Cariplo. E riparte con un nuovo presidente, Maurizio Ampollini, una voce storica del volontariato della nostra provincia (è direttore del Cesvov), che ha preso il post di Luca Galli, dimessosi dopo la notizia dell’avviso di garanzia ricevuto in una delicata inchiesta su associazione per delinquere e altri reati che riguardano operazioni a cavallo tra finanza e politica.
Ampollini ha un compito delicato, in questa fase: “Dobbiamo riaffermare l’importanza della Fondazione nella vita del territorio e difenderne anche la reputazione” afferma.
Ma c’è anche una novità importante da raccontare. “L’ho detto chiaramente anche agli altri membri del consiglio di amministrazione. In questa fase ci vuole una gestione più collegiale e bisogna rinforzare la reputazione della Fondazione. Per questo abbiamo creato diverse commissioni e una riguarda la gestione degli investimenti. Venerdì la commissione si riunirà per la prima volta”.
Vuole dire che prima non era così?
“Degli investimenti fatti con il patrimonio della fondazione, in passato, si occupava direttamente il presidente uscente Luca Galli, che si è dimesso da quella carica ma è rimasto come consigliere di amministrazione. Il consiglio però ha sempre ratificato le sue scelte senza alcuna opposizione, nessuno ha mai sollevato questioni insomma”.
Ne avete discusso ultimamente?
“Sì. Come rendimenti nulla da dire, sono sempre stati tutti positivi, alcuni di più, altri di meno. Ma in realtà due operazioni hanno destato qualche perplessità”.
Quali?
“Una riguarda la società Mata, il cui presidente è Carlo Vimercati, un imprenditore bergamasco che è anche presidente della fondazione comunitaria di Bergamo. Un investimento di circa 1 milione o poco più”.
Mata è anche una delle società coinvolte nell’inchiesta in cui è indagato Galli, vi ha tenuto informati?
“Ci ha spiegato che per tutelare la Fondazione ha deciso di dimettersi, ma anche che la magistratura ha annullato i sequestri nei suoi confronti. Detto questo, in un portfolio di 19 milioni come quello della Fondazione c’è anche questo investimento con la Mata. Nel dettaglio non lo so com’era strutturato. Di recente, Vimercati è venuto in cda e ci ha spiegato che tipo di attività svolge la Mata, ramo immobili. A dirla tutta poi abbiamo appreso che Galli era stato anche socio, in passato, di questa società. Il che non è il massimo dal punto di vista del conflitto di interessi, ma senza che ciò voglia dire altro. Ci ha un po’ lasciato perplessi la circostanza che, avendo lui fatto parte di questa società, avrebbe forse dovuto dichiararlo. L’abbiamo scoperto dopo, ma siamo sul profilo dell’opportunità”.
Il secondo investimento del passato che vi ha fatto discutere qual è?
“Un investimento a Malta. Una piazza che dopo la Brexit viene spesso usata dai giri della finanza”.
Noi scrivemmo anche che alla Fondazione comunitaria fu proposto un prestito verso Rete 55. Come andò?
“L’ex presidente Galli ci disse nel 2015 ci sarebbe stata questa opportunità, su Rete 55, ma poi non si realizzò. Col senno di poi, uno se lo pone il problema, ma va detto che semplicemente ci fu un periodo di riflessione su quella proposta e che però non venne più ripresentata. Quindi non se ne fece nulla”.
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