Gli studenti varesini: “Non chiudete la biblioteca di domenica”
Un gruppo di studenti varesini ha lanciato una petizione per chiedere all’amministrazione comunale di continuare a garantire l’apertura della Biblioteca Civica. "Varese merita di continuare ad essere come Pavia, Bergamo, Milano"
Un gruppo di giovani studenti varesini, allarmati dalle ultime vicende e dalla conferenza stampa avvenuta venerdì 22 settembre, ha lanciato oggi una nuova petizione per chiedere all’amministrazione comunale di continuare a garantire l’apertura della Biblioteca Civica, sia in pausa pranzo che la domenica.
Il gruppo, nato spontaneamente a inizio settimana, all’interno del documento che verrà appeso in biblioteca per la raccolta firme e che verrà poi consegnato al Sindaco di Varese Davide Galimberti, ribadisce l’importanza dello spazio studio e l’apprezzamento degli studenti per i nuovi servizi concessi nell’ultimo anno.
La paura dei giovani frequentatori è che si ritorni alla situazione precedente, con orari limitati e aperture ridotte, a causa proprio delle divergenze tra dipendenti e amministrazione. Non sono piaciute infatti alcune considerazioni rilasciate durante la conferenza stampa di Venerdì 22 in cui i dipendenti, tramite le Rsu, consideravano “fallita” la sperimentazione domenicale in quanto era stata fruita solo dai giovani.
«Noi studenti non siamo cittadini di Serie B – dichiara Chiara Massaro, studentessa di Giurisprudenza e tra le promotrici del gruppo – Io personalmente usufruisco della biblioteca quotidianamente e ritengo che l’apertura domenicale sia necessaria. Uno studente, specialmente in periodo di sessione di esami, non si concede un giorno di riposo settimanale. La domenica è un giorno di studio, al pari degli altri».
«In tantissime altre città – racconta Matteo di Ronco, studente di Ingegneria – questo genere di aperture è già operativo da diversi anni e rappresenta la normalità. Perché non possiamo immaginare che Varese raggiunga città vicine come Pavia, Bergamo e Milano?».
«Se Varese vuole diventare veramente Città Universitaria – spiega Alessandro Triacca, studente di Biotecnologie – deve poter offrire agli studenti che ospita sul territorio spazi di studio con orari e servizi adeguati. Proprio per questo motivo secondo noi deve proseguire la sperimentazione, con il tempo magari potenziando gli orari di apertura e di chiusura».
«Personalmente – aggiunge Niccolò Coscia, studente di Medicina – usufruisco della biblioteca in particolare modo nel fine settimana, dato che la mia facoltà richiede frequenza assidua delle lezioni e di conseguenza il tempo a disposizione per studiare durante la settimana lavorativa è davvero poco».
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