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Geniez beffa i big: è la prima Tre Valli Varesine “alla francese”
Il corridore della Ag2r è il primo transalpino a vincere la gara della "Binda". Battuti sul traguardo Pinot, Nibali e Ulissi. Grande cornice di pubblico sia a Saronno sia nella Città Giardino
E questa volta i francesi non si incazzano, anzi. Nella Tre Valli “monumento”, nella Tre Valli delle tante stelle internazionali, tocca ai cugini d’Oltralpe fare festa nel cuore di Varese.
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Sembra incredibile, ma è la prima assoluta per un transalpino sul gradino più alto del podio della “Binda”, anche se il nome del premiato è decisamente meno atteso di altri.
A centrare la vittoria nell’edizione numero 97 è infatti Alexandre Geniez, 29enne occitano della Ag2r, che sul traguardo di via Sacco ha messo in fila un terzetto di campioni. Secondo Thibaut Pinot – étoile del ciclismo francese -, terzo l’uomo per cui ha battuto il cuore di Varese, Vincenzo Nibali, quarto Diego Ulissi, all’ennesima Tre Valli dei rimpianti.
Il grido di gioia dei tifosi è così rimasto strozzato in gola: in una via Sacco gremita lo scatto di Nibali, a Bobbiate, è stato accolto che un brusio di soddisfazione, sentimento crescente con il passare delle pedalate, perché lo Squalo sembrava poter ripetere il capolavoro del 2017, nonostante un Pinot presto sulle sue ruote. E forse se il transalpino della FdJ avesse dato un paio di cambi in più al messinese la vittoria sarebbe stata affar loro. Invece no: da dietro sono rinvenuti Geniez e Ulissi, con quest’ultimo accreditato di una volata migliore che però, per lui, non è quasi iniziata. Sul traguardo sono piombati gli altri tre e Geniez con il colpo di reni si è preso tutto. Lui che, comunque, in carriera ha già dimostrato di poter vincere visto che ha in carniere due tappe alla Vuelta.
LA CORSA
Lo sprint del corridore dell’Ag2r ha così messo la parola fine a un Tre Valli particolare, senza troppi scatti, ma corsa lancia in resta fin dai primi chilometri di corsa. Sei davanti, il gruppo dietro che lascia fare ma solo fino a un certo punto, perché gli squadroni ci sono: si vedono la Sunweb e la Bahrain, la UAE e la Sky che mette addirittura a tirare l’ex campione del mondo Kwiatkowski, oggi schierato in supporto a Gianni Moscon e agli altri compagni.
Davanti ci prova un drappello composto da Turek (Israel), Tonelli (Bardiani), Nych (Gazprom), Rubio (Caja Rural), Carlini (D’Amico) e Bernardinetti (Amore&Vita) inseguiti da un coraggioso Viel (Unieuro). I sei arrivano ad avere 9′ di margine ma è chiaro che il loro destino è segnato. Più importanti, ai fini del risultato, le due azioni successive: prima se ne vanno in tre (compreso Latour, compagno del futuro vincitore), poi tocca allo spagnolo Verona che gareggia nella Orica, la squadra australiana con sede a Brunello, e che quindi conosce bene il percorso. Anche lui sa di non avere speranze, ma è un martello che costringe il gruppo ad allungarsi ancora e a ridursi nel numero dei componenti.
IL FINALE
Ci si aspettava battaglia prima, e invece – anche per l’andatura alta – tutto è demandato alla nona e ultima tornata, quella in cui sul Montello Verona deve alzare bandiera bianca. Chiaro che la Bahrain ci voglia provare: un big come Gasparotto è davanti a tirare, Nibali e Colbrelli sornioni, Visconti tiene sulla corda gli altri. Ma, tolto Kiatkowski e il deludente Quintana, ci sono tutti i grandi: si vedono davanti Uran, Henao, Dumoulin, Rui Costa e i francesi.
Ma tra tutti è ancora Nibali ad accendere le polveri, non dove era scattato nel 2015 (all’inizio della salita della Schiranna) ma qualche centinaio di metri più in su, a Bobbiate. Lo Squalo resta da solo, poi è raggiunto da Pinot (la FdJ aveva appena lavorato in testa al plotone) e i due passano d’infilata l’ultimo chilometro respingendo anche il tentativo di ritorno di Aru. Poi però il tandem di testa si ritrova inseguito: ci sono Geniez e Ulissi, e forse quest’ultimo fa più paura perché è rapido e pericoloso allo sprint.
Tutto si decide in via Sacco, con il toscano che un po’ a sorpresa perde quel metro che non gli consente di giocarsi il tutto per tutto. Nibali si prende il centro della strada ma non basta: Geniez alla sua destra urla di gioia, Pinot alla sua sinistra resta beffato a sua volta, Ulissi chiude con un pugno sul manubrio. E a incazzarsi, stavolta, per la prima volta a Varese, non sono i francesi.
IL CONTORNO
Avrà pure 97 anni, ma la Tre Valli dimostra ancora una volta di essere in perfetta forma. Ogni volta che la corsa della “Binda” pone il suo cuore e il suo traguardo nel centro di Varese ottiene un successo – organizzativo e di pubblico – invidiabile. Saronno ha dato prova di bella ospitalità alla partenza, il circuito finale ha confermato l’importanza e la bellezza di questa prova quando si disputa nella città dove è nata. Tanta gente sul percorso, anche nei punti meno salienti come quello tra via Crispi e Masnago o – addirittura – all’inizio della discesa di Calcinate degli Origoni. E poi le ali di folla a Bobbiate, Casbeno, in via XXV aprile e in piazza Montegrappa, con centinaia di persone che nel finale si sono riversate sul rettilineo di via Sacco, già piuttosto pieno, per godersi il gran finale.
Roba da far lustrare gli occhi agli organizzatori, e da cancellare le solite polemiche sulle strade chiuse. Una volta all’anno, una cosa del genere, è doverosa per questa città, rilanciata in tutto il mondo da Rai ed Eurosport. E se l’UCI non promuove Varese nel World Tour ce ne faremo una ragione: se i partecipanti – in gara e tra il pubblico – sono questi, ci teniamo la Tre Valli Varesine così com’è. Sono gli altri a perderci.
97a TRE VALLI VARESINE
Saronno – Varese 196,900 KmORDINE DI ARRIVO: 1) Alexandre GENIEZ (Fra – Ag2r La Mondiale) in 4h49’08”; 2) Thibaut Pinot (Fra – FdJ) s.t.; 3) Vincenzo Nibali (Ita – Bahrain Merida) s.t., 4) Diego Ulissi (Ita – UAE) s.t.; 5) Davide Villella (Ita – Cannondale Drapac) a 7”; 6) Oomen (Ola), 7) Moscon (Ita), 8) Aru (Ita), 9) Martinez (Col) a 17”, 10) Albasini (Svi) a 18”; 47) Santaromita a 1’28”; 53) Ravasi s.t.
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