La Openjobmetis dura un quarto d’ora, poi è show di Venezia
Esordio negativo per i biancorossi battuti nettamente (62-80) in casa dai tricolori, trascinati dall'ex Johnson. Varese tradita da Wells e Cain, non basta il cuore di Ferrero
Un quarto d’ora giocato alla garibaldina, nel senso buono del termine, vale una piccola illusione. Poi, per la Openjobmetis, il ritorno alla realtà è durissimo: Venezia legittima lo scudetto cucito sulle maglie travolgendo Varese a suon di triple, proprio la statistica in cui la squadra di Caja produce un clamoroso flop. Eccellente 53% per gli ospiti, guidati dallo stratosferico Dominique Johnson (applaudito a più riprese), pessimo 10% per i biancorossi, con il solo Waller capace di bucare la retina in due occasioni dall’arco delle “bombe”.
La differenza tra le due squadre, naturalmente, non è tutta e solo in questo dato, ma è chiaro che la partita è stata fortemente indirizzata dalla diversa prestazione al tiro: non è un caso se Varese sia stata ben in partita fino a quando ha distribuito i palloni con fluidità e centrato il canestro, soprattutto dalla media distanza. Un avvio che ha fatto ben sperare ma che poi si è dissolto quando l’Umana ha alzato il ritmo in difesa e quando i biancorossi hanno smesso di cercarsi e di giocare di squadra.
A inficiare il tutto, poi, sono arrivate alcune infauste prestazioni personali negative. Su tutte quella di Walls, già poco brillante in preparazione: il playmaker ha chiuso a zero punti lasciando tanti dubbi sulle sue qualità, finora solo presunte. Tanto che con Tambone, esordiente in A, la squadra ha girato meglio. E poi Cain, il più bravo in precampionato, stritolato da Watt e soci ogni volta che si è avvicinato al canestro. Scassato l’asse play-pivot di Varese, la Reyer ha avuto vita facile ed è stata bravissima nel girare palla e cercare di volta in volta l’uomo pronto a fare canestro (ben 23 assist totali), con la Openjobmetis al contrario in difficoltà nella costruzione, prima ancora che nella conclusione. Morale, il distacco ha valicato più volte i venti punti, sfiorando anche il trentello, e solo nel finale è stato leggermente ridimensionato. Certo, che l’esordio fosse durissimo lo si sapeva (non facciamo paragoni con quello di due anni fa contro Caserta, l’abisso più profondo visto da queste parti), ma il divario pagato con Venezia è comunque di quelli che preoccupano. E a Milano, tra sette giorni, sarà ancora più dura.
COLPO D’OCCHIO
Buona cornice a Masnago dove, pur lontani dal pienone, il PalA2a si presenta piuttosto caldo per la “prima” stagionale, per di più contro i freschi campioni d’Italia. Tanti applausi per Attilio Caja e la nuova Varese, mentre l’accoglienza riservata agli ex non è omogenea: ovazione per Nique Johnson, approvazione quasi unanime per De Nicolao, quasi solo fischi e “buu” per Cerella.
PALLA A DUE
Caja conferma le scelte fatte in alcune gare di precampionato e tiene accanto a sé Hollis all’inizio, preferendo mandare Ferrero in quintetto nonostante la differenza di centimetri. Asse play-pivot formato da Wells e Cain. Sul fronte opposto manca il convalescente Tonut; Johnson è in quintetto tra Haynes e Bramos, Orelik e Watt i lunghi.
Johnson-Waller, bel duello – foto RasoLA PARTITA
Avvio brillante da ambo le parti, con Varese che accetta di andare su ritmi alti e mantiene il vantaggio per quasi tutta la frazione iniziale. Waller è subito bollente – 7 punti in 10′ -, Ferrero lo segue e il testa a testa con l’Umana si fa interessante anche perché Nique Johnson si conferma fenomeno (11 nel quarto) e chiude il periodo con la tripla del 17-20.
La Openjobmetis non si scoraggia, riparte forte e trova in Hollis un terminale importante in attacco. L’ala sfida Peric e Orelik, li batte con tiri morbidi e porta i suoi al massimo vantaggio sul 32-28, quando però la gara cambia volto. De Raffaele chiama timeout e al rientro i suoi piazzano un parziale di 8-0 firmato da Haynes: uno scatto che sorprende i biancorossi, incapaci di ritrovare la via del canestro. Il break si allarga subito a dismisura (16-1) negli ultimi 4′ del periodo e la seconda sirena è implacabile: 33-44.
Una “grandinata” che ricomincia con il ritorno in campo. Ferrero prova a scuotere i compagni ma le triple orogranata sono senza sosta. Johnson ne firma un paio proprio mentre, dalla parte opposta, Wells continua a sbattere contro il muro. Quando anche Jenkins trova il canestro per Varese si prospetta un’imbarcata clamorosa, anche se qualche prodezza isolata contiene un po’ il distacco (46-67).
IL FINALE
L’ultimo periodo ha poco da raccontare: la Reyer non abbassa mai la guardia, trova anche in Orelik un terminale importante (nonostante una clamorosa stoppata-parata di Pelle) e continua a mantenere un vantaggio corposo. Ferrero e Waller, ancora loro, inventano qualcosa, la difesa chiamata da Caja consente qualche bel recupero, ma ai fini del risultato finale non cambia nulla. Johnson, addirittura, lascia il campo tra applausi copiosi, quasi giocasse ancora in biancorosso. La sirena è impietosa, 62-80: l’esordio fa un po’ paura.
OPENJOBMETIS VARESE – UMANA VENEZIA 62-80
VARESE: Wells (0-5, 0-1), Waller 14 (4-5, 2-6), Okoye 6 (3-5, 0-5), Ferrero 14 (5-10, 0-3), Cain 2 (0-5); Avramovic 4 (1-2, 0-5), Pelle 5 (2-3, -), Natali (0-1), Tambone 5 (2-2, 0-1), Hollis 12 (5-8). Ne: Bergamaschi, Ivanaj. All. Caja.
VENEZIA: Haynes 6 (0-2, 2-3), Johnson 22 (3-4, 5-9), Bramos 6 (2-4 da 3), Orelik 17 (0-4, 5-7), Watt 9 (3-8, 1-1); Peric 4 (1-2, 0-2), De Nicolao (0-2, 0-2), Jenkins 5 (1-1, 1-2), Bolpin, Biligha 9 (3-3), Cerella 2. Ne: Ress. All. De Raffaele.
ARBITRI: Begnis, Paglialunga, Borgo.
NOTE. Parziali: 17-20, 33-44; 46-67. Da 2: Va 22-46, Ve 11-26. Da 3: Va 2-21, Ve 16-30. Tl: Va 12-15, Ve 10-10. Rimbalzi: Va 38 (15 off., Okoye, Cain 7), Ve 32 (6 off., Orelik 6). Assist: Va 7 (Wells 5), Ve 23 (Haynes 6). Perse: Va 15 (Wells 3), Ve 15 (Bramos 3). Recuperate Va 9 (Ferrero 5), Ve 5 (5 con 1). Usc. 5 falli: nessuno. F. antisportivo: Avramovic.
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