Molina, Campiotti difende i prestiti
L'esponente della Lega Civica, presidente della Fondazione, parla di macchina del fango per motivi politici e fa pesanti affermazioni sui bilanci
Dopo la decisone del Tar di annullare il commissariamento, e il reintegro del presidente, è lo stesso Cristian Campiotti che parla a telecamere accese sulla vicenda che ha interessato il futuro del Molina.
Il succo del messaggio è questo: “Perché è accaduto tutto questo? Perché faccio parte di un movimento, la Lega Civica, che ha fatto vincere le elezioni a Galimberti, e questo non è andato giù a una certa parte politica”. Dunque, trova un movente tutto politico, Cristian Campiotti, per spiegare come mai, da quasi due anni, la sua gestione della Fondazione Molina sia nella bufera.
Campiotti vede nei suoi confronti una “campagna mediatica”, del “discredito” e una “macchina del fango”. Un tris di frecce contro la sua figura. Ex assessore dell’Udc in provincia, è tornato alla guida del Molina insieme al Cda nominato nel 2015 per effetto della sentenza del Tar che ha annullato il commissariamento della Ats. Ma proprio sui 13 mesi in cui il Molina è stato governato dal commissario Carmine Pallino, Campiotti lancia i suoi strali e anche delle accuse che potrebbero avere strascichi:
“Il commissario ha alterato il bilancio per far apparire un dissesto che invece non c’è” dice il politico, attribuendo un dolo a Pallino. Ma si permette anche un po’ di teatro, mostrando delle brochure intestate e delle chiavette usb con il logo del Molina che, a suo dire, sarebbero sprechi. Quando i giornalisti gli fanno notare che un conto è valutare in maniera diversa le voci di bilancio, un altro invece è falsificarlo, Campiotti conferma la sua teoria: “C’è stato dolo”. Una delle contestazioni è quella di aver considerato uno dei famosi prestiti come un’operazione non tanto sicura. Tanto che il commissario l’ha posta sotto ammortamento svalutazione titoli. Ma Campiotti afferma invece che è stata una bella operazione e che le prime cedole sarebbero già state pagate.
Non tocca però la natura del problema, e cioè se il Molina potesse o meno fare dei prestiti finanziari. E inoltre se sia stata valutata l’opportunità di effettuarli verso società gestite da persone del suo stesso partito. “Prestiti di quella natura sono stati fatti anche da altre fondazioni” afferma Campiotti, ma non rivela quali siano.
Il presidente ha poi dato una notizia curiosa: la causa legale contro di lui, intentata da parte della Fondazione Molina per circa 1 milione di euro, non sarà revocata. Dunque la Fondazione sarà ancora parte in a causa contro il suo stesso cda. Nel frattempo sono stati stabilizzati 30 Asa del Molina grazie alla legge Gentiloni. Infine un dato biografico. Che lavoro fa il presidente Campiotti, che per statuto non ha una retribuzione? “Sono consulente”. Finanziario? “No”.
Ecco il video
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