La pm: “Ha vinto la giustizia e lo Stato”
La procuratrice generale Gemma Gualdi ha commentato l’esito della sentenza ringraziando anche i giornalisti: «Aiutate a pronunciare la verità»
Al termine della requisitoria, l’accusa aveva chiesto l’aggravante della crudeltà per la violenza dei colpi, ma anche quella dei futili motivi «motivi che non possiamo comprendere, ma solo valutando una caratteristica psichica emersa dalle perizie che descrive reazioni violente quando a Binda si avvicina una persona di sesso femminile. Una sorta di reiezione difensiva».
Così, la procuratrice generale Gemma Gualdi aveva concluso la sua discussione, chiedendo l’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi, che è arrivato alle 13.05 di oggi, martedì 24 aprile, una data che verrà ricordata per aver messo un punto fermo su di una vicenda lunga oltre trent’anni e che ha riguardato un delitto efferato.
La Corte d’assise ha accolto la richiesta dell’accusa – l’ergastolo – per Stefano Binda, ma ha escluso l’applicazione delle aggravanti legate ai motivi futili e abbietti.
A sentenza ancora calda Gemma Gualdi parla con voce bassa ma chiara, si rivolge ai giornalisti: «Grazie a voi se fate bene il vostro lavoro perché anche voi aiutate a pronunciare la verità e senza la verità lo Stato italiano fa fatica a procedere».
Poi il magistrato parla della vera vincitrice della giornata: «La giustizia» arrivata grazie a «difficoltà, fatiche, e impegno di tutti. E per questo bisogna credere che lo Stato c’è, c’è una verità e una giustizia».
Un pensiero è stato poi rivolto a chi, in questo processo, ha sofferto.
«Un grande abbraccio alla famiglia e anche all’imputato».
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