Dallo studente al turista: “Ecco perchè deve nascere la rete della mobilità dolce”
E’ stato allo stesso tempo un momento di confronto, ma anche un’occasione per una prima sintesi sulla mobilità ciclistica il convegno organizzato da Provincia e FIAB Ciclocittà a Villa Recalcati
E’ stato allo stesso tempo un momento di dibattito e confronto, ma anche un’occasione per una prima sintesi sul tema della mobilità ciclistica e ciclopedonale il convegno organizzato dalla Provincia di Varese in collaborazione con FIAB Varese Ciclocittà nella mattina del 16 maggio a Villa Recalcati.
In una sala piena amministratori e funzionari di Comuni, Comunità Montane, Parchi, associazioni varie, enti ed organizzazioni di promozione del cicloturismo, professionisti, aziende che nel territorio svolgono un ruolo sulla tematica, si sono confrontati su un argomento che è in continuo sviluppo, sia a livello regionale che provinciale.
Partendo dalle novità introdotte dalla legge quadro sulla mobilità ciclistica – in particolare sugli aspetti finanziari e sugli strumenti di pianificazione previsti dalla nuova normativa nazionale – sono state presentate le politiche regionali per la mobilità ciclistica, due importanti esempi di “buone pratiche” e di strumenti innovativi in arrivo dal Cantone Ticino e dalla provincia di Trento ed è stato avviato un confronto tra amministrazioni e camera di Commercio sull’importanza dello sviluppo di tale tipo di mobilità.
DA CATTANEO A CATTANEO: PASSA DA UN ASSESSORE (E DUE ASSESSORATI) LA MOBILITA’ DOLCE IN REGIONE
Tra i partecipanti, anche Raffaele Cattaneo, che aveva più di un motivo per essere coinvolto nella questione: «Il piano della mobilità ciclistica è nato quando io ero assessore alle Infrastrutture con l’obiettivo di favorire una mobilità ecosostenibile, piu vicina alle necessità di tutela dell’ambiente. Oggi, da assessore all’ambiente, non posso che condividere ciò che ha preso il via con quel piano, perchè la mobilità ciclistica, ancor piu di altre forme di mobilità a basso in patto ambientale, sono in grado di abbassare il tasso di inquinanti nell’aria come le polveri sottili: svilupparla è strumento di grande rilievo per sostenere queste politiche ambientali. Non a caso il progetto Life Repair, grande progetto europeo ambientale sulla qualità dell’aria del bacino padano, finanzia iniziative sulla mobilità ciclistica».
La Lombardia è pronta? «La Lombardia sta camminando nella direzione giusta. Noi abbiamo vissuto decenni in cui la mobilità ciclistica è stata vissuta come una mobilità di serie B, un po’ da straccioni. Oggi si è innescata anche un dinamica culturale per cui la mobilità ciclistica è trendy e fa bene alla salute, una dinamica che favorisce il rilancio della mobilità ciclistica. Il successo del bike sharing a Milano, e anche a Varese sono la dimostrazione che la comunità ciclistica è accettata socialmente e ricomincia a essere una opportunità da considerare nelle scelte di spostamento dei cittadini. Il problema è che questo tipo di mobilità non è considerato sufficientemente sicuro, perchè non ci sono percorsi protetti: le ciclabili rispondono a questa esigenza. Favorire scelte di mobilità ciclistica e offrire più sicurezza a tale mobilità sono cose che vanno di pari passo».
Cattaneo con Vincenzi, Lunghi, De Simone al tavolo iniziale del convegnoIN PROVINCIA LA MOBILITA’ DOLCE VINCE CON IL DIALOGO TRA AMMINISTRAZIONI
«Il ruolo della Provincia è quello di coordinare le attività e le progettazioni che ci sono sul territorio: per questo abbiamo cercato di raccogliere le informazioni e gli itinerari in essere – ha sottolineato il vicepresidente Marco Magrini a margine del suo intervento – La nuova legge nazionale prevede dei piani regionali di mobilità, come quello attualmente in essere che è di Cattaneo ma che è datato e ha bisogno di aggiornamenti, quindi ci vuole una strategia di piano della mobilità anche in provincia di varese».
In provincia: «Abbiamo 160 chilometri di piste ciclabili già realizzate. Il lavoro fatto negli ultimi anni è stato quello di sottoscrivere protocolli di intesa con oltre 70 comuni per realizzare altri 88 chilometri di piste ciclabili che si dovranno realizzare in futuro. Parte di esse servono per realizzare importanti collegamenti: penso, ad esempio, alla pista ciclabile del Piambello che ora arriva fino alle grotte della Valganna. L’obiettivo è sottoscrivere un accordo con la comunità montana, il comune di Induno e quello di Varese per far si che la ciclabile arrivi fino alle stazioni di Varese. Creare un tavolo di discussione che metta insieme Comunità Montana, comune di Induno, comune di Varese ed Ente Provincia è importantissimo, per raggiungere questo obiettivo comune. Anche perchè è necessario lavorare fin d’ora sui progetti affinchè, appena uscissero bandi regionali o europei, gli enti coinvolti non si trovino impreparati. Esorto tutti a lavorare sulle priorità, in modo che quando usciranno i bandi saremo pronti a coglierli».
IL COMUNE DI VARESE LAVORA PER LA QUOTIDIANITA’
I progetti del comune di Varese puntano direttamente all’uso quotidiano della bici: i progetti sono dedicati a studenti e lavoratori che vogliono utilizzare questo mezzo per il tragitto tra casa e lavoro o scuola. «Sono in arrivo 1,5 milioni questo scopo, con il bando “Casa-scuola / casa-lavoro” che serviranno a progettare e costruire percorsi per arrivare alle scuole in bici – spiega Dino de Simone, assessore all’ambiente del comune di Varese – La mobilità ciclistica, le sue infrastrutture, sono un punto di attenzione per il comune, che sta inserendo dei “tasselli di infrastrutture” in molti bandi. In particolare, stiamo già lavorando per la risistemazione della ciclabile che collega il centro a Capolago. I lavori sono già in corso, e ci saranno cambiamenti nella zona tra il centro e Casbeno per fare spazio al passaggio delle bici».
Un momento della tavola rotonda“PENSATE ANCHE AL TURISMO A DUE RUOTE, PERCHE’ STA GIA’ RIEMPIENDO GLI ALBERGHI”
Se la “mobilità dolce” di cui si parla è soprattutto legata ai tragitti quotidiani, come quelli casa- lavoro, c’è una mobilità che sta già cambiando le prospettive economiche della provincia, ed è quella sportivo turistica, trainata principalmente dagli eventi: «Il cicloturismo non è solo “slow” come quello di Fiab, ma anche sportivo – ha spiegato Sabrina Guglielmetti, del Convention Bureau della camera di Commercio di Varese, nella tavola rotonda finale – E gli eventi legati a questo sono sempre trainanti anche di un turismo “dolce”, sia che sia destinato a persone che fanno il tifo per una gara, sia per quelli che a quelle gare ci partecipano. Un caso eclatante è quello della Gran Fondo, che sta già riempiendo gli hotel del territorio per fine agosto». Sono anche economici, e non solo strettamente ambientali, i motivi per cui è importante lasciare spazio alle bici sulle strade della provincia.
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