Il Sant’Anna centro di riferimento per l’ipertensione
L'ambulatorio diretto da Claudio Pini, si occupa della diagnosi e della cura dell’ipertensione e ogni anno segue 1.500 pazienti
L’Ambulatorio per l’Ipertensione dell’ospedale Sant’Anna promosso “Centro di riferimento”.
Dopo il riconoscimento ottenuto dalla SIIA, la Società italiana ipertensione arteriosa, il servizio del presidio di San Fermo della Battaglia, che svolge la sua attività anche nel presidio Sant’Antonio Abate di Cantù, viene elevato di livello dall’Azienda socio sanitaria territoriale lariana per premiarne la continuità e la qualità del lavoro svolto in questi anni.
Il centro, di cui è responsabile Claudio Pini, si occupa della diagnosi e della cura dell’ipertensione e ogni anno segue 1.500 pazienti, effettua 1.200 monitoraggi e 100-110day hospital.
L’ipertensione arteriosa, come il diabete e l’obesità, è una delle patologie della civilizzazione che colpisce il 30% delle persone e la sua incidenza aumenta con l’età.
E’ molto importante tenere i valori pressori sotto controllo, in quanto l’ipertensione è il principale fattore di rischio delle malattie cardio-cerebro-vascolari che rappresentano la prima causa di morte al mondo. In Italia gli ipertesi sono 16 milioni e solo una persona su tre ha la pressione ben curata.
«In antitesi al Consensus americano – riferisce il dottor Pini, appena rientrato dal Congresso Europeo sull’ipertensione svoltosi a Barcellona -, che nell’ottobre 2017 aveva emanato le nuove linee guida con la riduzione dei target pressori per la diagnosi di Ipertensione Arteriosa, le nuove Linee Guida Europee presentate qualche giorno fa non si sono allineate a quelle americane, lasciando invariati i valori per la diagnosi dell’Ipertensione Arteriosa».
Per pazienti fino ai 65 anni ai quali sia stata diagnosticata una pressione superiore a 140/90 mmhg , la terapia dovrebbe tenerla controllata con la massima a 130 e non inferiore a 120 mmHg. Per gli ultrasessantacinquenni, invece, i valori prevedono 140 di massima e 80 di minima, e comunque non inferiore a 70. Per persone con comorbilità – cioè con più patologie – ci possono essere valori di riferimento diversi.
Il focus degli studiosi si è infatti concentrato sui target da raggiungere con le modifiche dello stile di vita e con la terapia: «In particolare – spiega Pini – è stata confermata la necessità per la stragrande maggioranza dei pazienti della terapia combinata, che modifica significativamente l’aderenza alla cura, un importante problema nella storia del paziente iperteso. Tra gli altri temi, si è parlato della misurazione pressoria domiciliare da parte dei pazienti, che acquisisce, se ben eseguita, grande importanza, e della scelta della terza e quarta terapia in aggiunta a quella combinata».
Ma quando iniziare a tenere sotto controllo la pressione? «Come confermato anche nel corso del congresso europeo, sarebbe bene sottoporsi a misurazioni periodiche già a partire dai 30-35 anni, anche se non hanno disturbi», conclude lo specialista.
«Il Centro per l’ipertensione – aggiunge Fabio Banfi, direttore sanitario dell’Asst Lariana, gioca un ruolo importante anche nella presa in carico dei pazienti cronici. Sono state molte le richieste al nostro Centro Servizi di pazienti con questa patologie e altre comorbilità».
Il Centro del Sant’Anna ha predisposto una brochure, scaricabile dalla home page del sitowww.asst-lariana.it, che spiega come prevenire la pressione alta.
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