Sanità lombarda: l’assessore alla ricerca di un patto di desistenza dei Sindaci sui piani regionali
Intervento di Carlo Ballerio, già Direttore Amministrativo dell'Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese
Intervento di Carlo Ballerio, già Direttore Amministrativo dell’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese
Nel suo tour per ottenere la desistenza delle amministrazioni locali e spianare così la strada alle nuove iniziative che la Regione dovrà assumere, necessariamente in contrasto con qualche facile promessa da campagna elettorale, l’Assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera ha incontrato anche i sindaci dei territori varesino e comasco che afferiscono alla ATS Insubria. Gallera ha presentato la situazione difficile di un sistema ormai non più sostenibile e che ha bisogno di una riforma non più differibile. Una situazione grave, nota e segnalata da tempo dalla stampa locale più attenta, dagli addetti ai lavori e dai cittadini, e di cui finalmente anche la Regione sembra aver preso coscienza.
Meglio tardi che mai. Il nodo è la rivisitazione e il riassetto di una rete ospedaliera costosa, ma sempre più inadeguata, e, di conseguenza, il punto critico, dal punto di vista politico, diventa il destino degli ospedali del territorio fin qui strenuamente difesi da amministrazioni e comitati locali. Non c’è più spazio, e non ci sono neppure le risorse, per un ospedale “sotto casa” in grado di rispondere autonomamente a tutta la domanda di salute di un territorio, e di questo, volenti o nolenti, bisogna farsene una ragione.
L’Assessore Gallera ha in qualche modo rassicurato però i sindaci dicendo che non verrà chiuso alcun ospedale, ma che, per ognuno, sarà valutata la “vocazione”. Un’espressione, peraltro per ora solo programmatica, che, nel contesto attuale, può voler dire tutto e niente, sempre alla luce del bisogno di salute dei cittadini da coniugare con le compatibilità economiche. Sa di un annuncio per tenere calme le acque, o di un auspicio, ma vedremo gli sviluppi. Nessun impegno esplicito, neppure sui tempi stimati per la pubblicizzazione e l’attuazione delle nuove iniziative. L’intento era solo quello di prevenire iniziative “controcorrente”.
L’Assessore Gallera ha anche prospettato la possibilità di appaltare all’esterno la gestione della riabilitazione anche in regime di ricovero, tema su cui la ASST Sette Laghi è già al lavoro. A prescindere dalla contraddizione con un caposaldo della riforma regionale del 2015, quando si è sbandierato l’obiettivo di diminuire, se non di abbattere, il ricorso al privato accreditato, le esperienze fin qui verificate e verificabili dimostrano che operazioni di questo tipo hanno senso se attuate per supplire alla carenza di figure riabilitative specialistiche, e quindi ad alto valore aggiunto diagnostico-terapeutico-assistenziale, aggirando in tal modo il blocco delle assunzioni, ma a ridottissimo vantaggio economico. mentre si è rivelata un disastro pagato dai pazienti quando con questa scelta si è mirato al solo risparmio economico, perché, oltre a mortificare il personale ospedaliero, l’esito è stato la riduzione quali-quantitativa dei livelli assistenziali ed anche alberghieri, favorita dalla mancanza di controlli stringenti.
Un’ultima curiosità. In attesa della valutazione della “vocazione” di tutti gli ospedali, continua imperterrito il piano di investimenti in corso, mentre logica vorrebbe che gli investimenti fossero mirati agli obiettivi, che adesso non ci sono ancora.
Carlo Ballerio
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