Il prof Carlo Zanzi va in pensione, lo sportivo no
Ha insegnato educazione fisica per una vita intera alla media Vidoletti, trasmettendo a intere generazioni l'importanza di fare sport. Nel libro "Chi si ferma è perduto" il prof ripercorre le tappe di questo traguardo
Potrebbe sembrare un libro autocelebrativo, invece non lo è. “Chi si ferma è perduto“, scritto da Carlo Zanzi alle soglie della pensione, è il regalo che un uomo di sport ha voluto fare ai suoi studenti e a tutti coloro che hanno avuto e avranno il privilegio di conoscerlo. In un libercolo di poco più di 50 pagine, questo professore, che ha dedicato la sua vita a insegnare educazione fisica e a praticarla, riesce a trasmettere due concetti fondamentali: fare sport è importante per la qualità della vita e ancor più importante è educare i ragazzi al gioco, tenendo ben distinti i ruoli di docente e di discente. «Ho sempre pensato – scrive Zanzi – che l’alunno dovesse amare non il prof ma la materia». Niente “batti cinque”, niente amichevoli pacche sulle spalle e confidenze simili, dunque.
Una distanza solo apparente perché intere generazioni di varesini grazie a questo prof hanno imparato non solo a saltare gli ostacoli, lanciare il peso, nuotare, giocare a basket e pallavolo con ottimi risultati, come testimoniano le tabelle dei record degli studenti della media “Vidoletti”, ma soprattutto a diventare persone, consapevoli dei propri limiti e dei propri talenti.
Zanzi ripercorre la sua lunga carriera di insegnante dalla prima supplenza al Liceo classico “Cairoli” fino all’ultimo giorno di lezione, venerdì 8 giugno 2018, nella sua amata scuola media “Vidoletti”. Dichiara il suo amore per la regina delle discipline, l’atletica leggera, per il ciclismo e soprattutto per la montagna, con i suoi silenzi e la sua natura.
In “Chi si ferma è perduto” ci sono anche consigli sullo stile di vita, suggerimenti pieni di sano realismo che non alimentano nel lettore facili aspettative. «Non si va in paradiso in carrozza nessun risultato concreto si ottiene senza fatica, costanza e dedizione. E non è detto che, pur mettendo in campo questi tre elementi, i risultati siano pari alle attese, ma certamente chi promette facili successi vi inganna».
Nella vita di questo prof-pensionato c’è però molto altro. Zanzi è giornalista pubblicista, scrittore, blogger (Pensieri & Parole Tre), fotografo e nonno. Ma per raccontare questa vita in continuo movimento servirebbe almeno un altro libro.
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