A rischio il piano stazioni del Comune di Varese
Il Senato blocca per due anni i finanziamenti del Piano periferie. Sono 120 progetti in tutta Italia e tra questi anche la ristrutturazione dell'area delle stazioni
Con un emendamento nel decreto proroghe approvato in Senato il Governo manda in soffitta per due anni il Piano periferie predisposto dagli esecutivi Renzi e Gentiloni.
Un provvedimento che arriva come un fulmine a ciel sereno anche su Varese visto che il finanziamento degli interventi dell’area delle stazioni arrivava proprio da quel piano.
In sostanza, il finanziamento di 2,1 miliardi previsto per il Piano periferie andrà a coprire altre operazioni, e l’efficacia delle 120 convenzioni firmate il 6 marzo 2017 (le prime 24) e a novembre e dicembre 2017 (le altre 96) viene “differita all’anno 2020. Conseguentemente, – come recita l’emendamento approvato – le amministrazioni competenti provvedono, ferma rimanendo la dotazione complessiva loro assegnata, a rimodulare i relativi impegni di spesa e i connessi pagamenti a valere sul Fondo sviluppo e coesione”.
Proprio ieri, mentre in comune di Varese si spediva il piano completo per la ristrutturazione dell’area stazioni, in Senato si votava la proroga dei finanziamenti.
“Siamo arrivati alla fase finale – aveva detto soddisfatto il sindaco Davide Galimberti – abbiamo inviato la documentazione del progetto esecutivo per l’area delle stazioni. Questo passaggio ci consentirà entro la fine del mese di bandire le gare per l’esecuzione dei lavori. Siamo in perfetta linea con i tempi che ci erano stati dati e anzi siamo anche in anticipo. Finalmente si avvicina il momento in cui potremo iniziare i lavori di questo importante progetto che la città aspetta da anni. Un esempio di concretezza e del pragmatismo che l’amministrazione ha voluto imprimere a questo progetto”.
La situazione ora si complica perché in base a quanto deciso dal Senato su indicazione del Governo, tutto viene rimandato di due anni.
Chi si è fatto subito sentire è il senatore varesino Alessandro Alfieri del Pd che su Facebook e poi con una nota ha pubblicato un intervento critico.
“Lega e Cinque stelle bloccano in un solo colpo l’investimento da 18 milioni di euro per la riqualificazione dell’area delle stazioni” commenta così il senatore del Partito Democratico, Alessandro Alfieri, gli effetti del decreto milleproroghe sul comune capoluogo. “Decisione incredibile e senza precedenti. Varese aspettava da tempo questo investimento, ottenuto grazie all’impegno dell’amministrazione comunale e ai fondi stanziati dai Governi Renzi e Gentiloni. Ora per gli effetti di un emendamento del decreto milleproroghe si blocca tutto fino al 2020. Questo è il primo salato conto che paga la città Varese per l’incompetenza del Governo del cambiamento.”
Anche l’amministrazione comunale per voce del sindaco Davide Galimberti è intervenuta in serata con una nota molto netta:
Galimberti: “Il blocco del piano stazioni sarebbe da paese delle banane”
“Ci auguriamo che l’emendamento del governo, che “sospende” i 18 milioni di euro già stanziati alla città di Varese per riqualificare l’area degradata delle stazioni, venga ritirato – rincara il segretario cittadino del Pd Luca Paris -. Sarebbe uno schiaffo ai varesini e a tutta la nostra provincia, un insulto a chi in città vive o porta avanti un’azienda, l’ennesima dimostrazione di come chi lavora sui territori sia considerato poco o nulla da un governo centralista ed assistenzialista che in pochi mesi sta già causando danni pesanti per l’economia del Paese e per le tasche degli italiani”.
Preoccupazione arriva anche da Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente di Anci. “Il miliardo per i Comuni rientra nelle risorse già assegnate agli enti locali, di cui siamo lieti di apprendere un nuovo sblocco. Ci preoccupa invece la “sospensione” delle convenzioni del Bando periferie, atti già firmati dalla Presidenza del Consiglio e dagli enti interessati. Valuteremo insieme ai sindaci i passi successivi da compiere per far chiarezza, anche alla luce degli oneri sostenuti per la progettazione e per l’avvio di alcune delle opere previste. Si tratta di una misura importantissima che 96 Comuni capoluogo e alcune Città metropolitane attendono di attuare con le gare”.
IL TESTO DELL’EMENDAMENTO
L’efficacia delle convenzioni concluse sulla base di quanto disposto ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 maggio 2017, nonché delle delibere del CIPE n. 2 del 3 marzo 2017 e n. 72 del 7 agosto 2017, adottate ai sensi dell’articolo 1, comma 141, della legge n. 232 del 2016, è differita all’anno 2020. Conseguentemente, le amministrazioni competenti provvedono, ferma rimanendo la dotazione complessiva loro assegnata, a rimodulare i relativi impegni di spesa e i connessi pagamenti a valere sul Fondo sviluppo e coesione.
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Non esiste una politica comune ed una unità di intenti legata alle alle infrastrutture. Si Tav, NO Tav. Prima si firmano protocolli di intesa e poi gli stessi si mettono nel cassetto.
Del resto non mi stupisco piu. Abbiamo consegnato il paese in mano al perenne disoccupato Giggino Di Maio. Bello, abbronzato ed incravattato, nulla di più. Il tempo ed i fatti daranno i doverosi meriti ai governi Renzi/Gentiloni.