“Varese era la città più bella del mondo”
Philippe Daverio ha aperto il pomeriggio del primo giorno di #Futura, manifestazione che porta nel cuore della città la scuola digitale, innovazioni, sperimentazioni e progetti futuri
“Quando ero bambino Varese era la città più bella del mondo, ma era davvero povera. Poi sono stati fatti tanti pasticci e c’erano due mondi separati. Uno, colto, delicato e riservato e l’altro completamente diverso. Il difficile compito dei giovani oggi è ritrovare quella bellezza senza perdere la ricchezza che ha saputo sviluppare”.
Philippe Daverio ha incantato e divertito chi è arrivato ad ascoltarlo al teatrino Santuccio intervistato da Antonio Franzi, responsabile della comunicazione della Camera di Commercio, nel quadro degli eventi di #Futura, manifestazione che porta nel cuore della città la scuola digitale, innovazioni, sperimentazioni e progetti futuri: “Il bello della storia – ha esordito il critico d’arte – è che ci riporta all’interno di cose che abbiamo dentro di noi senza averne consapevolezza. Spesso siamo convinti che le cose che succedono a noi accadono per la prima volta”.
Una premessa per arrivare a parlare di innovazione, tecnologia e digitale di cui Daverio è affascinato: “Internet è stato inventato tre volte. Alla fine dell’Undicesimo secolo a Parigi succede una cosa notevole e nuova. La monarchia per la prima volta inventa la cancelleria cambiando il modo di comunicare. All’epoca si usava il talamo con cui si scriveva una lettera alla volta. La scoperta della penna permette così di scrivere due righe. Nasce la calligrafia gotica. Il secondo passaggio ci porta al don Chisciotte che va fuori di testa perché aveva letto troppi libri. All’epoca una biblioteca era composta da trenta libri. Quando nasce la stampa cambia tutto. La fase attuale con la Rete assomiglia a quel periodo e tutti corriamo il rischio del Chichotte. Oggi possiamo superarlo solo con una testa ben fatta che parte dal buon uso della tecnologia. Chiunque può fare una ricerca e con quella cronologia ricostruire una lezione”.
Da qui la relazione tra la tradizione, la funzionalità e la creatività. “Noi – prosegue Daverio – non abbiamo ancora capito cosa succederà con la rivoluzione digitale. La prima Bibbia di Gutemberg è di una bruttezza terribile, ma ha cambiato il mondo. A differenza di quella dipinta da 21 artisti che è il libro più bello del mondo ma assolutamente inutile. Le innovazione tecnologiche mutano le nostre percezioni”.
L’incontro scivola poi sulla sfera pubblica e sulla politica dov’è Daverio tratta le questioni con sarcasmo ed ironia. “Il paese non sa dove andare, non sa se stare con Orban che è l’ultimo della classe o con i migliori, eppure l’Italia continua a vivere grazie alla sua creatività. Il politico non riesce ad avere una visione a 20 anni, pensa che dopo il 2018 ci sia il 2018 bis”. Alla domanda su come veda il premier Conte lui si supera rispondendo con due parole semplici: “Con affetto”.
La capacità di Daverio è ripercorrere epoche andate senza per questo cadere nella melensa nostalgia. “Quando ero bambino e venivo a passare l’estate Varese era uno dei luoghi più belli del mondo. Le more non nascevano solo sui rovi, ma sugli alberi. Era un luogo magico, incredibilmente gioioso che per me arrivava dopo il Gottardo e la discesa da Biasca. Da lì si iniziavano a vedere le palme che erano qualcosa di magico. L’altro mito di casa era Milano con cui Varese aveva già un rapporto forte. Avevo capito che il vero Sud era Milano. Tra le prime città c’era la prima autostrada del mondo. Oggi si sono fatti troppi guai. Il compito dei ragazzi è recuperare la bellezza perduta. Qui sono nate le aziende più importanti del settore aeronautico con operai specializzati che porteranno a sviluppare il settore. La flessibilità italiana con aziende più snelle negli anni Ottanta permette una seconda fase di sviluppo a differenza di gran parte del continente. Nella situazione mondiale bisogna vedere come sarà l’evoluzione. Noi siamo solo lo 0,6% della popolazione mondiale. Avremmo bisogno di maggiore autonomia anche a livello regionale. I guai sono tutti generati dal patto storico franco tedesco”.
Applausi a scena aperta hanno accompagnato tutto l’incontro, che ha aperto il pomeriggio della prima giornata della scuola digitale a Varese.
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