Quindicenne seviziato, «dalla famiglia nessun desiderio di vendetta»
Il legale del ragazzo che ha accusato i suoi aguzzini per il pomeriggio di violenza. «Provvedimento giusto»
Nessuna condanna, solo l’inizio di un accertamento della verità che però non può passare sopra le parole scritte degli inquirenti.
La presunzione d’innocenza deve valere sempre, anche di fronte ai particolari che fa palesare la Procura dei minori di Milano – e prima ancora comparsi nei fogli delle denunce presentate solo qualche giorno fa in questura – : dettagli raccapriccianti che si sprecano.
Passaggi di un pomeriggio di follia e violenza ancora più gravi perché nati in un contesto adolescenziale e proprio di persone da pochi anni uscite dall’infanzia.
Qualcuno ha usato parole pesanti nel descrivere il brodo di coltura di questi ragazzini metà fra i social e metà nella vita reale, parole che sanno di Gomorra.
Forse è troppo. E il vero antidoto all’eccesso lo inoculano le parole dei genitori di questi giovani che a telecamere spente, a metà di un pomeriggio cupo «hanno avuto un provvedimento che si auspicavano».
Le parole sono quelle del legale della famiglia, Augusto Basilico, che aveva messo in fila, elencandoli, i reati subiti dalla giovane vittima, reati per la maggiore poi ascritti agli indagati.
«Mi pare un provvedimento giusto – afferma il legale nel commentare le misure restrittive poste in essere dalla procura dei minori – . I genitori del ragazzo offeso, però, non provano nessun desiderio di vendetta, se lo aspettavano, se lo auspicavano», dice. Forse anche perché stanchi, per tirare “i remi in barca” dopo giorni terribili in cui l’attenzione mediatica è stata massima.
«Il padre, che non sapeva ancora nulla ancora nel primo pomeriggio di oggi mi ha esternato piena soddisfazione. Erano entrambi preoccupati, lui e la moglie, perché avevano paura», aggiunge il legale.
«Ma dopo gli ultimi sviluppi comunicati, la famiglia tira un sospiro di sollievo. Come detto non vi è desiderio di vendetta – conclude il legale – . Mi hanno detto di avere la consapevolezza che l’unica occasione di salvezza, per i giovani coinvolti in questa vicenda, è quella di essere stati fermati e di poter tornare a una vita normale».
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