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Gli studenti diventano “agenti anti-bullismo“
Quattro giovani su 10 oggetto di prevaricazione trovano nei compagni di banco i primi confidenti. Da marzo un progetto pilota in collaborazione con Polizia e Confconsumatori
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All’Isis Newton di Varese ci sono più di 1500 studenti e da marzo venti coppie di loro, ragazzi e ragazze, partiranno con un progetto pilota per combattere il bullismo a scuola.
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Perché saranno proprio gli studenti a raccogliere l’sos dei compagni, aiutarli, e se il caso, collaborare con le forze dell’ordine per mettere fine agli episodi di sopraffazione.
È un sistema semplice, già sperimentato con successo a Roma e presentato questa mattina, mercoledì, alla presenza dei rappresentanti di classe e di alcuni professori referenti per la lotta a questo problema.
L’idea è venuta a Confconsumatori Varese che già all’indomani dei gravi fatti dello scorso novembre attivò il numero anti bullismo a cui lavorano esperti per rispondere alle chiamate di famiglie e in alcuni casi di giovani.
«Ma con questo progetto vogliamo fare di più, e lavorare per non far sentire solo nessuno», spiega Mariella Meucci, presidente di Confconsumatori Varese.
Così, assieme all’avvocato Augusto Basilico – legale che collabora con l’associazione e che supporta la famiglia del giovane vittima della gang dei box alle Bustecche – e grazie alla sensibilità del dirigente del Newton, il professor Daniele Marzagalli, proprio qui partirà il progetto pilota.
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VENTI ORE, VENTI COPPIE – A marzo dunque si parte. Sono attesi gli ultimi dettagli burocratici, ma gli agenti della questura coinvolti sono già al corrente di ciò che accadrà. I questi giorni partirà un corso di 20 ore dedicato agli studenti che su base volontaria si candideranno per diventare “agenti anti-bullismo“: incontreranno specialisti e poliziotti che spiegheranno loro che fare. Poi verranno formate le coppie: saranno composte da un ragazzo e una ragazza, e opereranno trasversalmente, senza limiti di età o di classe.
LE DOMANDE – Non tutte le classi saranno oggetto di questa sperimentazione, che si concentrerà su quei contesti in cui il problema del bullismo è più sentito. Questo avverrà grazie a questionari – rigorosamente anonimi – che verranno distribuiti e compilati dagli studenti.
I «PARI» – Il professor Marzagalli, il dirigente, preferisce non dare un nome a questi studenti che si metteranno a disposizione della collettività per superare un problema. Preferisce chiamarli “pari“. E anche l’idea di un simbolo, magari da appuntare alla felpa, come una spilla o una piccola coccarda, verrà decisa in totale autonomia dai giovani.
Giovani che nell’assemblea di presentazione del progetto sono stati molto propositivi. Alcuni si sono preoccupati su come combinare le venti ore di preparazione extra scolastica prevista dal progetto, con le ore di lezione: «Particolari che affronteremo», ha spiegato soddisfatto il dirigente scolastico.
LE SOMME – Alla fine dell’anno scolastico verrà poi proposto di nuovo il questionario, per verificare l’andamento della novità introdotta. Il progetto pilota avrà la durata di tre anni, ma un primo step apprezzabile arriverà dunque nella prossima estate
L’idea di realizzare questo strumento come lotta al bullismo è stata mutuata da quanto introdotto in tre scuole secondarie capitoline, su idea di una nota sociologa che ha pensato a pochi e semplici passi capaci però di mettere in scacco «una piaga sempre esistita, ma che ha visto un’impennata di casi negli ultimi 7-8 anni», ha spiegato l’avvocato Augusto Basilico.
Le statistiche su bullismo e cyberbullismo parlano infatti chiaro: gli studenti più colpiti sono spesso anche i più giovani, nella fascia dagli 11 anni in su, e nel 40% dei casi sono proprio gli amici e i compagni di banco ad essere i primi confidenti delle soverchierie subite.
Da domani ci sarà un’arma in più per interrompere questa catena di violenze, psicologiche e non.
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