Sanremo 2019, a vincerlo è Mahmood
La proclamazione del giovane cantante e autore è arrivata all'una e mezza di notte. Dopo di lui, Ultimo e il volo. Premi della critica a Daniele Silvestri e Simone Cristicchi
E’ il giovanissimo Mahmood con la sua intensa “Soldi” a vincere il festival di Sanremo 2019.
La proclamazione arrivata all’una e mezza di notte, è stata una sorpresa, considerato il podio: Mahmood era circondato da due superfavoriti, come Ultimo e Il Volo.
La 69esima edizione del Festival di Sanremo, è stata condotta da Claudio Baglioni, Claudio Bisio e Virginia Raffaele.
LA CLASSIFICA
I tre cantanti sul podio sono Ultimo, Il Volo, Mahmood.
I premi della Critica se li sono spartiti Daniele Silvestri con Rancore e Simone Cristicchi.
Il più ascoltato nella piattaforma Tim Music invece è Ultimo
La classifica dei cantanti in gara, definitiva dal quarto all’ultimo arrivato:
4 Loredana Berte
5 Cristicchi
6 Daniele Silvestri
7 Irama
8 Arisa
9 Achille Lauro
10 Enrico Nigiotti
11 Boomdabash
12 Ghemon
13 Ex Otago
14 Motta
15 Francesco Renga
16 Paola Turci
17 Zen Circus
18 Federica Carta e Shade
19 Nek
20 Negrita
21 Patty Pravo e Briga
22 Anna Tatangelo
23 Einar
24 Nino D’Angelo e Livio Cori
IL PROGRAMMA
Come da tradizione, la finale è una lunghissima trasmissione che ha come esito finale la proclamazione del vincitore, ma è anche uno spettacolo dove vince la musica italiana; e quest’anno più del solito, a partire dai superospiti, tutti italiani.
Grande superospite della finale Eros Ramazzotti che, non pago del duetto con Baglioni (hanno interpretato un classicone di Eros, “Adesso tu”) ha duettato anche nel presentare il suo ultimo singolo, che è cantato insieme a Luis Fonsi, che tutto il mondo conosce come “Quello di Despacito”.
Una superospite molto attesa era anche Virginia Raffaele in vesti di imitatrice: per tutta la settimana ha presentato il festival, ma le sue vere qualità non le aveva mai ancora sfoderate. Finalmente, nella serata finale, abbiamo potuto godercela appieno: da Giusy Ferreri a Ornella Vanoni, mostrando anche doti canore non trascurabili.
Apprezzatissima anche la presenza di Elisa, che ha, tra l’altro, cantato Vedrai Vedrai di Tenco con Claudio Baglioni. IL conduttore e direttore artistico del festival non si è perso un duetto con nessuno dei superospiti.
QUARTA SERATA: DA TONY HADLEY AI SOTTOTONO, I DUETTI RIANIMANO LA GARA
La sera dei duetti ha decisamente rianimato il 69esimo festival di Sanremo.
Le esibizioni, e gli arrangiamenti realizzati per l’occasione, hanno illuminato molte delle canzoni in gara, grazie anche a ospitate decisamente originali: come Cristina D’Avena per il brano di Federica Carta e Shade, o l’etoile Eleonora Abbagnato per Francesco Renga. Per non parlare dell’apparizione di Tony Hadley, voce e frontman degli Spandau Ballett nella canzone di Arisa. Menzione speciale, soprattutto per i varesini, per gli ospiti di Nino d’Angelo e Livio Cori: si tratta dei Sottotono, storica band alternative rap varesina.
Ma tutte le esibizioni hanno spiccato: tranne forse quella del duo che ha poi vinto il contest per il miglior duetto: Motta e Nada. Ma tant’è: questo festival ci ha abituati a tutto, non sarà una vittoria bizzarra a fermarci.
In compenso il superospite italiano si è guadagnato ovazioni su ovazioni: Ligabue, a Sanremo per la seconda volta in 30 anni di carriera, è stato più volte richiamato dai fan. Simpatico e a suo agio con Bisio, ha cantato con Baglioni “Dio è morto” di Guccini.
E il secondo “superospite”, ma meglio sarebbe chiamarlo spalla di Claudio Bisio, è stato Anastasio, il vincitore di Xfactor 2018: che, come suo uso e talento, ha realizzato un brano rap per l’occasione, adattandolo al monologo di Bisio sul rapporto tra padri e figli.
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TERZA SERATA: VANONI E ROVAZZI FOR PRESIDENT
Non ce l’avremmo fatta a reggere tutta la terza serata: tra stacchetti comici decisamente già visti e cantate degli ospiti con Baglioni (Che saranno anche belle ed emozionanti, ma dopo un po’ stufano…) ci eravamo già stancati a metà trasmissione.
Ma, fortunatamente, tre uscite sorprendenti e divertentissime ci hanno rianimato e convinto ad arrivare fino alla fine: la prima con una Ornella Vanoni in gran forma, in vena in particolare di “rampognare” Virginia Raffaele per le sue imitazioni della divina della mala milanese: “Tu, che mi hai fatto passare per una rimbambita e una maniaca sessuale…”
Poi con un Fabio Rovazzi ancora più sorprendente e divertente, malgrado la scaletta l’avesse relegato intorno a mezzanotte. E che, dopo dieci minuti gradevolissimi, saluta il padre che non c’è più e si commuove
E, infine con un Paolo Cevoli fermamente intenzionato a “non parlare di politica”,ma…
Andare a dormire contenti è stato cosi più facile, malgrado gli sforzi degli altri superospiti, Antonello Venditti, Alessandra Amoroso e il duo Raf e Umberto Tozzi fossero stati altrettanto lodevoli. Questi ultimi, soprattutto, hanno riportato in sala le atmosfere anni ottanta, mentre la gara ha portato sul palco la seconda dozzina di cantanti in gara.
Siamo riusciti ad arrivare in fondo anche perchè è stata una puntata più corta delle altre (e si è comunque finito dopo mezzanotte…): l’appuntamento, nella quarta serata, sarà con i duetti. Ci contiamo molto, per risollevare il morale di questo Sanremo un po’ sottotono.
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SECONDA SERATA: TOH, TORNA PIPPO BAUDO (E LA HUNZIKER)
Mentre si riascoltano i primi dodici cantanti in gara, la serata si snoda come se fosse “Baglioni and Friends”: nessuno dei superospiti si nega una cantata col divino Claudio: da Marco Mengoni a Riccardo Cocciante, a Fiorella Mannoia. Canano persino Michele Riondino e Laura Chiatti, per promuover il loro film “Un’Avventura”
A sfottere la “maglietta fina” ci pensano Pio e Amedeo, comici su Youtube prima che in tivù, mentre Virginia Raffaele si trasforma in una goffa cantante d’Opera. Claudio Bisio riprende vigore tra le braccia di una Michelle Hunziker tornata sul palco di Sanremo, mentre la platea può tornare a godersi, per un breve tempo, la professionalità di Pippo Baudo, ricomparso sul parco che fu “suo” per oltre un decennio.
Alla fine, ma proprio alla fine, arriva anche un premio alla carriera, e alla memoria: quello dedicato a Pino Daniele, e consegnato alle sue figlie. Lo scriviamo qui, perchè ben pochi l’avranno visto in diretta, visto che è stato consegnato intorno all’una di notte…
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PRIMA SERATA: SI COMINCIA DA 24
E’ stata una bella maratona la prima serata di Sanremo 2019: tutte le canzoni in gara – ben 24 – sono state presentate insieme nella serata di esordio del secondo festival dell’era Baglioni. Finisce dopo l’una, per chi ha avuto la pazienza di arrivarci, e consacra i primi miti: Loredana Bertè, che alla soglia dei settanta si presenta in minivestito e capelli blu, del tutto adatti alla sua canzone super rock. E Ultimo che vola tra i primi fin dalla prima giornata. In mezzo, tanti nomi conosciutissimi dagli adulti e altrettanti nomi conosciuti da giovani. Chissà chi vincerà.
Ospiti tutti italiani, come sembra essere caratterizzato il festival: in particolare la grande voce di Giorgia, e l ritorno di Andrea Bocelli a 25 anni dal debutto proprio sul palco dell’Ariston. E questa volta non arriva solo: porta con se il figlio Matteo, bello e bravo nell’accompagnarlo nel bel canto.
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Mah ….ho cercato di guardarlo privo di pregiudizi e con la più alta ricettività possibile….i dialoghi mi appaiono poveri di contenuti, forzati e francamente non ci vedo nulla di intrattenimento di qualità. Piero Angela è 100 volte più attrattivo sebbene parli di argomenti scientifici.
Dicono di lasciare spazio ai giovani ma sul palco vedo cariatidi più o meno note, patetica la sovra-pubblicità al sopravvalutato Bocelli che si presenta con il figlio…per la serie che in questo paese sempre meglio avere degli agganci famosi prima di intraprendere qualsiasi strada.
Quando lasciano spazio ai giovani forse è meglio che facciano qualcos’altro…questo non è cantare….è buttare fuori dalla bocca qualche singulto da semi-trapper.
Si salva solo Baglioni, almeno lui sa veramente cantare.
Soddisfatto come sempre di aver pagato il canone per questo scempio artistico spacciato per musica. Fortunatamente la vera musica è tutt’altro.