L’accoglienza che supera la separazione
L'associazione Il cortile compie dieci anni e propone una serata di festa con un film. Renzo Dalle Fratte racconta le attività realizzate con i genitori separati
Dieci candeline per l’associazione Il cortile. Più di trecento genitori separati in questi anni hanno partecipato ai percorsi proposti. Non solo momenti di parola, ma anche esperienze di condivisione con tre quattro week end all’anno e momenti di vacanze insieme.
L’associazione Il Cortile è nata ufficialmente nel 2011, riconosciuta dalla Regione Lombardia come “Associazione di Promozione Sociale (APS). Già dal 2009 però si era iniziato a percorrere la strada del supporto alla genitorialità monoparentale.
L’idea si è sviluppata dalla volontà di Renzo Dalle Fratte che, vivendo in prima persona l’esperienza della separazione, pensò di reagire alle difficoltà incontrate e alla solitudine che si crea nel momento del distacco dalla famiglia tradizionale, creando una rete di supporto e auto-mutuo-aiuto di gruppo. L’incontro con il pedagogista Luca Garavaglia diede il via ai primi incontri all’interno dei plessi scolastici con dei percorsi specifici per genitori separati.
Nel corso del tempo si sono aggiunti altri professionisti che collaborano con l’associazione, ma alla base dell’intervento vi è l’approccio pedagogico e l’auto-mutuo-aiuto tra chi ha vissuto la stessa esperienza del lutto separativo: chi quindi, avendola superata, aiuta chi, al contrario, è nella bufera del distacco genitoriale, con tutto quello che ne consegue.
Renzo Dalle Fratte è ancora impegnato nell’associazione e sta lavorando a una serie di iniziative per festeggiare i dieci anni di attività. Lo abbiamo incontrato in vista di questi importanti appuntamenti.
Quali sono i valori fondanti della vostra realtà?
«Il valore al centro del nostro intervento è l’accoglienza. Attraverso l’empatia e l’apertura verso il prossimo, diventa possibile gettare le fondamenta per un nuovo percorso di vita. Garantiamo inoltre l’assenza di giudizio, in un clima di rispetto reciproco, all’interno del quale i partecipanti sono liberi di esprimersi. La competenza offerta favorisce il superamento delle fasi critiche, con il supporto di specialisti nell’ambito psicologico, pedagogico, legale e sessuologico, grazie anche alla collaborazione di figure intermedie quali mediatori, counsellor ed altri. Infine, ma non secondario, all’interno dei gruppi si creano nuove amicizie, che danno la possibilità di ritrovare la voglia di vivere, di esprimere le proprie emozioni, di essere capiti e creare nuove relazioni»
Quali differenze ci sono – se ce ne sono – nel vivere la separazione per un uomo e per una donna?
«Le persone che si rivolgono all’associazione sono per metà madri e altrettanti padri. Questo consente un confronto su punti di vista e approccio alla separazione con una discussione costruttiva che evidenzia le differenze. Certo per la donna/mamma le incombenze sono maggiori, rispetto ai padri. Quello che vedo però, almeno per chi viene da noi, è la responsabilità dei padri a mettersi in gioco e una responsabilizzazione maggiore nei confronti dei figli e sostanzialmente sono presenti nella maggioranza dei casi».
In questi dieci anni è cambiato qualcosa nella separazione?
«Fondamentalmente no. Le problematiche sono le stesse, e cioè le difficoltà nel gestire da soli i figli e non ultimo la solitudine post/separativa. Sicuramente è cambiata la società nel bene e nel male. Abbiamo casi di genitori che perdono contemporaneamente non solo la famiglia, ma anche la casa, il lavoro e di conseguenza la stabilità personale. La crisi economica in particolar modo negli ultimi quattro-cinque anni ha evidenziato maggiormente questi aspetti».
Cosa possono fare e cosa non dovrebbero mai fare le persone intorno a chi si separa (famiglia, amici, ecc)?
«Sicuramente non giudicare, anche perché le dinamiche all’interno di una coppia non si conoscono fino in fondo. In una separazione le responsabilità normalmente non sono mai solo da una parte. Certe volte gli errori si comprendono dopo, quando il terremoto separativo si acquieta e si riflette sui propri errori. È successo anche a me. La vicinanza e l’affetto aiutano molto. Anche le amicizie profonde, attente e presenti non lasciano la persona sola. Quello che noi facciamo è questo ed è uno dei nostri valori: accoglienza che significa mettersi in gioco e condividere con gli altri la propria esperienza; questo aiuta molto».
I gruppi di auto mutuo aiuto sono una risorsa preziosa, perché la possibilità di confrontarsi con chi sta vivendo emozioni e accadimenti simili ai tuoi vale più di qualsiasi parere professionale. Che risultato avete avuto con i gruppi composto dai figli dei separati?
«Ritengo che la parte prioritaria sia aiutare a ricostruire la persona e stabilizzarla. Un buon genitore tranquillo e non problematico aiuta molto di più che un genitore depresso e sconsolato. L’aiuto che noi diamo parte dal mutuo aiuto di chi avendo superato la fase più critica sostiene chi al contrario è nella bufera emotiva del distacco. Non secondario però è la nostra equipe di professionisti ( psicoterapeuta, pedagogista, sessuologa, mediatrice ecc.) che ovviamente supportano le persone per le problematiche specifiche. Con loro abbiamo creato anche un “Protocollo di intervento” sui genitori separati. Per quanto riguarda invece i figli con il pedagogista abbiamo aperto dei gruppi di parola dove i ragazzi possono esprimersi, raccontarsi e condividere le loro difficoltà, seguite appunto da un professionista. Con loro ogni anno organizziamo una vacanza di una settimana che avvicina molto genitori e figli».
Che genere di persone si sono rivolte all’associazione?
«In questi dieci anni abbiamo avuto genitori con grossi problemi di depressione che utilizzavano psicofarmaci e di violenza, ma il nostro intervento ha un limite oggettivo che ci siamo posti. Alcune situazioni vanno oltre il nostro intervento e quindi le indirizziamo a strutture specifiche sul territorio».
Cosa ne pensa del DDL Pillon?
«Sulle proposte di Pillon da un punto di vista legislativo sarebbe necessaria una analisi profonda ma il provvedimento è ancora in fase di discussione in Parlamento. In linea di principio, non lo vedo assolutamente risolutivo nelle problematiche separative. Non tiene conto delle istanze dei figli e contemporaneamente obbliga rigidamente alla presenza del 50% a testa dei genitori. Ciò diventa impossibile con la gestione dei figli, sdoppiandoli in 2 case differenti (ad esempio 15 giorni a testa nel giro di un mese). Troppa rigidità lede l’elasticità che ci deve essere nella fase post/separativa dove non si è più coppia , ma si rimane comunque genitori. Su questo noi puntiamo molto, ognuno con le proprie responsabilità».
Quali aiuti avrebbero bisogno le famiglie in una fase così delicata come quella della separazione?
«Qualcosa viene fatto a livello regionale con gli aiuti ai genitori (sostegno abitativo, contributo ai padri separati in condizioni marginali, ecc.). È ancora poco. A Varese si potrebbe coinvolgere l’Assessorato ai Servizi Sociali per dare continuità alla proposta di creare dei mini appartamenti a tempo determinato, da poter dare in affitto calmierato a genitori con figli minori e impossibilitati ad avere una casa dove vivere la continuità genitoriale. Questo è un progetto che ci sta molto a cuore. Al momento sul nostro territorio c’è ben poco».
LE ATTIVITA’ DELL’ASSOCIAZIONE
I partecipanti vengono a conoscenza dell’associazione tramite la promozione che viene fatta sulla stampa locale, sul nostro sito, su invito di specialisti e/o servizi del territorio e ancor più con il passaparola di chi ha già partecipato precedentemente.
Il primo contatto: avviene telefonicamente e successivamente con un colloquio individuale, nel quale la persona è ascoltata generalmente da due professionisti dell’associazione. Il colloquio, cui segue la proposta di un percorso di mutuo-aiuto, serve ad individuare in particolare le esigenze e le difficoltà che la persona sta vivendo.
Percorso di 1° livello: è la proposta che l’associazione crea due volte all’anno (in primavera e in autunno), in cui si organizzano sei serate gratuite, partendo dalla condivisione e giungendo alla conoscenza della struttura associativa e agli incontri con i professionisti, intervallati da momenti di sottogruppo.
Proposte di tempo libero: rappresentano il valore aggiunto dell’associazione. Il non stare da soli e condividere dei momenti di socializzazione non giudicanti aiutano le persone a sentirsi comprese e capite da chi ha vissuto le stesse difficoltà e problematicità.
Le proposte sono molto importanti e vanno da momenti di aggregazione anche in piccoli gruppi, alle domeniche del “Cortile si racconta”, ai weekend in montagna, alla vacanza estiva con i figli nel mese di agosto.
Siamo un unicum sul nostro territorio e in questi 10 anni hanno partecipato ai nostri percorsi più di 300 persone. Festeggeremo questi nostri primi anni domenica 16 giugno 2019 tutto il giorno nella nostra sede di Via Brunico 29 a Varese, invitando tutti a partecipare e a conoscerci.
LA PROSSIMA INIZIATIVA IL 1° APRILE
Inoltre lunedi 1° aprile alle ore 21, avremo una serata cinematografica aperta alla cittadinanza, presso il cinema Nuovo di Varese (via dei Mille) dove verrà proiettato il film “Choose Love” di Thomas Torelli. Noi saremo li…partecipate numerosi!
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