
“Per l’Agenzia formativa cerchiamo un modello più efficiente”
L'amministrazione provinciale replica alle critiche mosse da Civici e Democratici sul futuro dell'ente di formazione professionale

Nessuna chiusura o vendita. Per l’Agenzia formativa occorre individuare un modello organizzativo sostenibile.

Anche la nuova amministrazione di Villa Recalcati, quindi, è alle prese con la gestione dell’ente che rappresenta ancora un costo per le casse pubbliche.
Il problema è soprattutto legato a parte del personale, ancora dipendente diretto della Provincia, una peculiarità varesina che già Gunnar Vincenzi aveva provato a innovare scontrandosi con i rappresentanti sindacali.
Nei giorni scorsi, gli esponenti in consiglio dei Democratici e dei Civici avevano chiesto chiarezza in merito alla politica sull’ente formativo.
«Agenzia formativa, Provincia di Varese non si tira indietro, ma vuole fare un passo in avanti per migliorare e rendere più efficiente formazione professionale e politiche attive del lavoro» afferma l’amministrazione diretta da Emanuele Antonelli. Nessuna decisione in vista, tantomeno nell’ottica di risparmiare risorse economiche, solo la necessità di verificare se il modello organizzativo attuale sia effettivamente in grado di garantire i risultati attesi:«Abbiamo aperto un confronto in seno alla maggioranza, insieme al nuovo Cda dell’Agenzia Formativa, ma intendiamo aprire il confronto anche con le associazioni di categoria e le parti sociali per analizzare i bisogni del territorio e i modelli di formazione professionale e di politiche attive del lavoro più efficaci che si possano mettere in campo. Si tratta soltanto di capire se ci possa essere un modello organizzativo più efficiente e capace di portare risultati migliori. L’obiettivo è dare al territorio una risposta più efficace, che migliori l’impatto nell’ottica dell’occupabilità e al servizio del mondo delle imprese: forse ci possono essere dei modelli gestionali diversi, innovativi, migliori e più performanti di quello attuale».
La questione, affermano, prescinde dal tema economico: «La formazione professionale, così come le politiche del lavoro, da sempre ha uno stanziamento che verrà confermato. Non c’è la necessità di spendere meno soldi, ma di capire se oggi sono spesi bene o se c’è un modello organizzativo più efficiente».
La questione della formazione professionale sarà parte integrante del Tavolo provinciale per il lavoro su cui l’amministrazione provinciale sta lavorando con Camera di Commercio, associazioni datoriali e organizzazioni sindacali, per creare un momento di confronto sulle tematiche del lavoro, sulle politiche attive e su come migliorare l’occupabilità dei giovani.
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