Ortopedia pediatrica: medici giovani e motivati per i bimbi del Del Ponte

Giacomo Riva è il responsabile della nuova unità che si occupa delle ossa dei bimbi. Con l'arrivo di un macchinario speciale, l'attività è decollata

ortopedici giacomo riva e fabio d'angelo

«Quando nel 2009 il professor Paolo Cherubino mi assegnò l’ortopedia pediatrica non ne fui felice. Oggi, a distanza di dieci anni, devo ringraziare il mio primario e quella scelta. Il mondo dei bambini è complesso ma io mi ci trovo benissimo».

Giacomo Riva è il responsabile dell’ortopedia pediatrica all’ospedale Del Ponte, unità che afferisce alla clinica ortopedica e traumatologica diretta dal professor Fabio D’Angelo. È giovane, entusiasta e con grandi progetti per il futuro. Esattamente la persona giusta in un ospedale che vuole guadagnare il ruolo di quinto presidio pediatrico della Lombardia: «Quando faccio ambulatorio oggi, spero sempre che il paziente in arrivo sia un bambino. È difficile spiegare come, ma la cosa bella è che riesco a entrare in relazione con quei piccoli pazienti, spesso terrorizzati, che si nascondono dietro le gambe della mamma. Io non sono di grandi parole, non mi piace lo stile “naso rosso”. Eppure riesco a instaurare un rapporto di fiducia, spesso in modo istintivo. Ed è molto gratificante».

Rispetto a 5 anni fa, l’ortopedia pediatrica ha fatto notevoli progressi: «Nel 2013 avevamo operato dieci bimbi con piedi piatti. Lo scorso anno 60, cioè 120 piedi».

Alla fine del 2018, la specialità aveva registrato 1800 visite ambulatoriali e circa 400 interventi (ogni paziente ha due arti che raddoppiano l’impegno).

ortopedici giacomo riva e fabio d'angelo
A sinistra il prof. D’Angelo con il dottor Riva

Diverse le fasce di età: si va dai tre mesi ai 16 anni. Nel 2018 il dottor Riva e la sua equipe sono intervenuti su sei bimbi di circa tre mesi con piede torto congenito; nella fascia fino ai due anni, hanno curato soprattutto dismorfismi e anomalie congenite di varia gravità di arti superiori e inferiori (es. dita a scatto, dita sovrannumerarie o malformate di piede e mano, ecc…).
Tra i due anni e i 16, i piccoli pazienti sono 
stati sottoposti a intervento per diverse problematiche: piede piatto o cavo, patologia tumorale benigna,  malformazione degli arti, con riallineamenti, allungamento, patologia traumatologica di mano e piede.
Tanti casi, dai più semplici come i problemi posturali, sino alle sindromi rarissime.

«Il piede piatto del bambino è una delle condizioni potenzialmente patologiche del soggetto in accrescimento, verso la quale la sensibilità dei genitori è massima – commenta il dottor Riva – Si dimentica, però, che, molto spesso, questa non rappresenta una vera e propria patologia, bensì una fase transitoria dell’accrescimento, destinata a risolversi in modo spontaneo con il passare degli anni. Inoltre, anche al termine della crescita, non necessariamente il piede piatto deve essere ritenuto sempre e comunque una patologia. Se necessario, il trattamento del piede piatto prevede l’uso di plantari a partire da 6-7 anni. Prima, direi, a parte casi particolari, la prescrizione di solette pare eccessivo, e successivamente, da nove anni in poi anche il ricorso ad intervento chirurgico. In ogni caso, il pediatra di libera scelta potrebbe essere
di grande aiuto nell’identificare casistiche davvero particolari e urgenti».

Con l’arrivo dell’ampliscopio donato di recente dalla Fondazione Il Ponte del Sorriso, le possibilità di azione chirurgica del dottor Riva si sono moltiplicate: « Il prossimo passo sarà il trattamento chirurgico della  displasia dell’anca: fortunatamente oggi giorno si ricorre sempre meno ad intervento per la cura della displasia grazie allo screening ecografico neonatale e al precoce posizionamento di tutori; tuttavia ogni anno osserviamo una quota non indifferente che piccoli pazienti meritevoli di operazione».

Dove non arriva l’equipe del dottor Riva interviene la sua rete di rapporti: « L’ospedale Del Ponte è ormai in collegamento con i migliori specialisti di ogni settore. Il valore è anche questo: i nostri pazienti non vengono abbandonati ma accompagnati con segnalazioni specifiche ai colleghi di altri presidi: a Genova per le patologie toraciche, all’Istituto Gaetano Pini di Milano per i pazienti con neoplasie ortopediche, all’Ospedale di Legnano Galeazzi per le patologie chirurgica della colonna. Credo che per una famiglia con un problema al proprio figlio sia importante poter usufruire di canali diretti con alcuni dei più validi
specialisti, piuttosto che rimanere smarriti alla ricerca di qualcuno che li possa aiutare».

Rete esterna, ma anche un ventaglio molto proficuo di collaborazioni interne: «Con i colleghi del Day Hospital oncoematologico dell’Ospedale F. Del Ponte, lavoriamo sulle ossa molto fragili dei bimbi colpiti da tumore, mentre con i colleghi della fisiatria intervieniamo sui bimbi con spasticità con interventi di chirurgia funzionale; molto proficua è poi la collaborazione con i colleghi dell’unità della microchirurgia della mano e della chirurgia plastica».

La chirurgia ortopedica in età pediatrica può contare su un alleato: «Il corpo è in crescita e la crescita stessa favorisce guarigione e rimodellamento; la plasticità e le capacità rigenerative dei tessuti dei giovani pazienti rendono spesso meno ardui percorsi di guarigioni altrimenti drammatici per l’adulto. Le potenziali di rimodellamento nel bambino sono tali e tante, da rendere talvolta inutili interventi che, a prima vista, potrebbero sembrare assolutamente necessari».

E proprio come le ossa dei suoi piccoli pazienti, anche l’unità operativa del dottor Riva è in crescita: « Sto tracciando un percorso, d’intesa con colleghi animati dallo stesso entusiasmo perchè stiamo creando qualcosa di nuovo. Qualcosa di importante»

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Marzo 2019
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