Cigni dei giardini estensi nel fango: cosa succede?

Hanno sollevato indignazione, e persino un’interrogazione urgente i cigni nella pozza semi asciutta ai giardini: l’assessorato all’ambiente risponde cosi

Generico 2018

Hanno sollevato indignazione su tutti i social le foto dei cigni “a secco” ai giardini Estensi: o meglio, dei cigni da giorni immersi in una sorta di fanghiglia, mentre i laghetto si è ridotto a pochi centimetri d’acqua al centro.

Se n’è fatto carico anche Bruno Belli, di “Prospettive culturali per Varese” nella sua pagina personale, che li ha considerati «l’allegoria dei cittadini di Varese: belli, buoni, ma abbandonati dalle locali istituzioni!». Son stati immortalati anche in “Varese la vedo così” pagina cittadina di denuncia. Ce l’hanno segnalato in diversi lettori, una delle quali – Chiara, che ringraziamo  –  ci ha inviato, in “Oggi nel varesotto” la foto che vedete sopra.

E, alla fine, è stata persino oggetto di una interrogazione urgente, depositata in giornata dal consigliere comunale della Lega Marco Pinti,  che chiede all’amministrazione, considerato “lo stato di abbandono in cui versano i cigni nello stagno, a quanto pare soggetto a scarsissimo ricambio idrico” se “Ha intenzione di sanare urgentemente la situazione e se ha intenzione di evitare che si ripeta”,

Ma cosa succede al “Laghetto dei cigni”? L’abbiamo chiesto all’amministrazione comunale.

«Giovedì scorso sono cominciati i lavori di pulizia e sistemazione del laghetto, scarico e disotturazione del tubo da foglie e detriti, spurgo ad alta pressione della linea acque – ha spiegato l’assessore all’Ambiente Dino de Simone – Sono impegnati gli operai settore idraulica. Da ggi, lunedì, impegnati gli operai del Verde Pubblico per pulizia guano, foglie sassi e rifiuti. Da Mercoledì graduale riempimento di nuovi 3.000 metri cubi (3.000.000 litri) di acqua fresca e pulita».

Per quanto riguarda i cigni: «La situazione è sotto controllo – ha precisato l’assessore – ho contattato l’Università dell’Insubria proprio la settimana prima per una consulenza sulle condizioni in questa situazione di stress, e tutto è puntualmente controllato e seguito».

Per la cronaca, si tratta di un lavoro di «ordinaria manutenzione annuale, che si svolge a primavera, di solito poco prima di Pasqua».

Sembra, a questo punto, che sia tutto chiarito, anche perchè nei nostri archivi abbiamo una simile lettera allarmata con data 2013.  Cosa manca, dunque? Nell’epoca dei telefonini e dei social network, per evitare il “procurato allarme” generale, forse una cosa in più sarebbe stata utile per tutti: un buon vecchio cartello di spiegazione.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Aprile 2019
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