Giacomo Ratto, nuova avventura in Islanda per il portiere giramondo
Trentatrè anni, di professione portiere, è partito per la sua nuova destinazione: l’Islanda. Cresciuto nel Bosto, ha presto cominciato una carriera da "giramondo delle parate" tra Svizzera, Malta, Mongolia, Isole Fiji, Nicaragua oltre a fugaci avventure calcistiche a Panama, in Grecia e addirittura in Zimbabwe
Nel gioco delle bandierine sul mappamondo non ha rivali, almeno nel mondo variegato del calcio “minore”.
Giacomo Ratto, 33 anni, di professione portiere, è partito per la sua nuova destinazione: l’Islanda. Meno esotica delle Fiji o della Mongolia, meno calda di Malta o del Nicaragua, ma comunque una nuova meta lontana da mettere nel suo nutrito curriculum.
Cresciuto nel Bosto, ha presto cominciato una carriera da “giramondo delle parate” tra Svizzera, Malta, Mongolia, Isole Fiji, Nicaragua oltre a fugaci avventure calcistiche a Panama, in Grecia e addirittura in Zimbabwe. Una passione (e un lavoro) che lo portano lontano dalla sua Calcinate del Pesce, dove vive con la fidanzata Chiara e dove torna tra un contratto e l’altro, pronto a ricominciare a volare, in aereo e tra i pali.
LA NUOVA AVVENTURA IN ISLANDA
«Ho avuto questa opportunità tramite un agente che si chiama Nenad Zivanovic, un ex giocatore che conosceva un mio ex compagno di squadra con cui ho giocato a Malta. C’era questa squadra che cercava un portiere, ho accettato ed eccomi qui, in Islanda, con un contratto fino a fine campionato (la stagione va da maggio a ottobre). Sono nel Knattspyrnudeild Vestra, conosciuto come Vestri, squadra di Ísafjarðarbær, paese di 3700 anime nel Nord Est del paese, di fronte alla Groenlandia: giochiamo nel campionato di serie C, la seconda divisione islandese. Il club ha un passato in serie B e ci vuole tornare, con una rosa di livello abbastanza buono. Dopo una settimana di ritiro in Spagna a Montecastillo, vicino a Jerez del la Frontera, siamo pronti per cominciare il campionato, che parte a inizio maggio. Sabato giochiamo il primo match di Coppa, io sono pronto».
IL VESTRI
«C’è un allenatore islandese con un ottimo curriculum, Bjarni Jóhannsson, ha allenato anche nella serie A islandese. Ho compagni di varie nazionalità oltre agli islandesi. L’altro portiere in rosa è nazionale di Antigua e Barbuda. Ci sono poi quattro inglesi, un brasiliano, due serbi e un croato, Zoran Plazonić, classe ’89 che ha giocato nell’Hajduk Spalato e in serie A marocchina e bosniaca. Qui ha giocato quattro stagioni fa il mio amico Fabrizio Pratticò, portiere italiano, anche lui giramondo, anche se meno di me. C’è un centro molto bello, col campo a ridosso della montagna, in erba quello da gioco, sintetico quello da allenamento. Abbiamo la piscina esterna con l’acqua calda, la palestra. Per capire il livello bisogna vederci in campo, ma l’aspirazione è quella di fare bene».
L’IMPATTO CON UN NUOVO MONDO
«L’impatto non è stato facile. È un ambiente diverso, una cultura diversa. Rispetto a Malta dove, seppur su un’isola piccola come Gozo, c’erano tante occasioni, qui è l’ambiente naturale ad essere l’attrazione principale. Ieri ho visto l’aurora boreale, uno spettacolo meraviglioso. La vita costa tanto, bisogna stare attenti quando si fa la spesa o si va fuori. Ma la società è seria e avere delle certezze dal punto di vista economico è importante per un calciatore dilettante».
CALCIO E FUTURO
«A Malta all’SK Victoria Wanderers FC, nella prima divisione del campionato di calcio di Gozo, è stata un’esperienza super positiva. Sono arrivato che la squadra era ultima e ci siamo salvati, una vera e propria impresa. Tornato in Italia mi sono allenato per conto mio, un po’ al Bosto, un po’ con Andrea Callegarini, preparatore dei portieri davvero bravissimo. Ho avuto qualche abboccamento, in Spagna, in Lega Pro e in serie D nel Sud Italia, in Romania, ma sono stati tutti pour parler o trattative saltate o non concretizzate. Sono stato fermo a lungo, ma ora riparto con questa nuova avventura, in un calcio in crescita, sperando di fare bene, di conoscere una nuova cultura e di avere nuove occasioni. Fare un campionato di vertice, con prestazioni di livello, sarebbe un ottimo trampolino di lancio».
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