Molta stima in consiglio per Laforgia (E c’è chi lo vorrebbe assessore)

Il “caso Laforgia”, ossia la vicenda delle dimissioni del consigliere comunale dalla presidenza della commissione cultura, sono arrivate anche in nella seduta di Consiglio dell’11 aprile

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Il “caso Laforgia”, ossia la vicenda delle dimissioni del consigliere comunale dalla presidenza della commissione cultura, sono arrivate anche in nella seduta di Consiglio dell’11 aprile.

A far ripartire il dibattito, il consigliere della lega Marco Pinti, che ci aveva già anticipato le sue opinioni, e le sue intenzioni, nella mattinata: quella di chiedere al presidente del consiglio comunale Stefano Malerba di interpellare il sindaco e la giunta – l’assessore competente, Roberto Cecchi, era assente – sulla questione.

Pinti sul caso Laforgia: “Occhio, c’è una mucca nel corridoio”

Una richiesta rigettata dal presidente, che ha dichiarato di «Non averne la competenza» ma da lui rilanciata consentendo un dibattito sulla questione in apertura.

A parlare per primo è stato l’interessato, Enzo Laforgia, che aveva anticipato le sue opinioni in merito nella mattinata e, nel consiglio, ha rassicurato sulla continuità nel funzionamento della commissione, ricordando che «Non si fermerà il suo lavoro: semplicemente, perché c’è un vicepresidente». E in effetti c’è, e il suo nome è Francesco Spatola, il consigliere che è intervenuto subito dopo di lui per lodare: «L’equilibrio e l’incisività del suo ruolo» e sottolineando la necessità di condividere le politiche di gestione dell’assessorato alla commissione.

Più oltre nella questione è andato Simone Longhini (Forza Italia), che nelle passate amministrazioni era stato assessore alla Cultura: «Solidarietà a Laforgia, che ha condotto benissimo in questi due anni e mezzo la commissione, cercando anche di sopperire a problemi che avrebbe dovuto risolvere l’assessorato – ha detto Longhini – Penso che la sua non sia stata una scelta facile. Ma devo rilevare che non è la prima volta che autorevoli esponenti della maggioranza hanno avuto problemi con l’assessorato, e che questo presumibilmente rischia di avvenire anche in futuro. Perché dunque non intervenire, per evitare l’insorgere di altre problematiche?»

A proporre, involontariamente, una nuova linea al dibattito è stato il sindaco Davide Galimberti, che nel suo intervento iniziale non intendeva affatto entrare nell’argomento, e per bypassarlo ha citato “l’assessore Laforgia…» guadagnandosi un aperto applauso di Marco Pinti, convinto sostenitore dell’ipotesi, e una specifica citazione nell’intervento di Rinaldo Ballerio (Lista Orrigoni): «Io direi: assessori e buoi dei paesi tuoi – ha infatti sottolineato Ballerio – Ho stima e simpatia particolari per Cecchi, ma prendo atto che essere paracadutati in un comune che si non conosce è difficile. Prendo atto inoltre che una persona che ha gestito la città di Firenze, restaurato il Colosseo, curato i musei di Venezia e poi si è ritrovato qui, con mille difficoltà, a gestire Nature Urbane (Che ancora non ho capito a che serve), qualche museo e i quattro sassi dell’Isolino, è triste. Non mi accodo agli attestati di stima all’amico Laforgia sennò si monta la testa, ma credo che lui possa essere un assessore “giusto”. E penso che il lapsus, io penso non tanto casuale, del sindaco, sia da mettere in pratica: e se succederà, l’appoggerò».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 12 Aprile 2019
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