Il Grand Hotel Campo dei Fiori protagonista ai Giardini Estensi
Pietro Macchione domenica 29 settembre presenterà il libro dedicato allo storico hotel diventato ormai un simbolo per tutti i varesini. Appuntamento alle 18 con l'editore
Un cocktail di cultura, amore, tradizione e fascino: può essere così riassunto nella sua essenza il bagaglio storico che caratterizza il Grand Hotel Campo dei Fiori. La struttura, le cui radici culturali sorgono al tramonto della Belle Epoque, è stata edificata a partire dal 1910 nella zona del Monte Tre Croci, su commissione della Società Anonima Grandi Alberghi Varesini, e ultimata nel 1912: immerso nella quiete verde dei paesaggi montanari varesini, l’hotel offre vedute mozzafiato.
Ancora oggi, in stato di semi – abbandono, l’edificio incarna appieno lo stile Liberty e ne rappresenta un esempio lampante nelle sue caratteristiche architettoniche principali. La sua progettazione è stata infatti affidata a una delle figure più prestigiose di quel tempo in campo artistico per quanto concerne il panorama italiano: Giuseppe Sommaruga, esponente della corrente Liberty in Italia. La storia del Grand Hotel è singolare e variegata, da hotel divenne infatti un ospedale militare, poi nuovamente un albergo. A danneggiare la struttura contribuì anche un incendio nel 1947. Chiuso nel 1968 e riaperto al pubblico solamente due anni fa, l’hotel conserva ancora oggi tutto il suo fascino.
Un pezzo di storia di Varese è dunque racchiuso nel nuovo libro di Pietro Macchione, che in quest’opera ha raccolto episodi, racconti ed immagini. La presentazione è prevista per domenica 29 settembre, ore 18, ai Giardini Estensi. Il libro è inoltre patrocinato dall’associazione Italia nostra, e recensito dal suo presidente Carlo Mazza che scrive: “Gli alberghi hanno un’anima? Sì, e il Grand Hotel Campo dei Fiori ne ha molte. Una grandissima: quella del Sommaruga, che ne ha fatto uno dei più significativi monumenti del Liberty italiano. Altre, meno famose ma non meno importanti, sono quelle di tutte le persone che, nel corso degli anni, hanno vissuto il Grand Hotel dall’interno e lo hanno reso vivo: proprietari, ospiti fissi, visitatori di passaggio, collaboratori.
Italia Nostra – che ha come compito statutario la conservazione del patrimonio culturale italiano – ha voluto che questo patrimonio di memorie non andasse perduto. L’idea è partita da Elisabetta e Paolo Moneta, due degli eredi di uno dei vecchi proprietari. Con l’appoggio e il contributo de “La Prealpina”, è stato lanciato il contest “Storia e storie del Grand Hotel Campo dei Fiori”, per riportare alla luce esperienze vissute, memorie di racconti ascoltati, lettere, immagini e fotografie ritrovate. A contest terminato, i contributi sono stati raccolti in questo volume. (…) Insieme, racconti, episodi ed immagini contribuiscono a far rivivere un passato che fa parte della memoria cittadina e che non deve essere dimenticato. (…) Il nostro gigante è ancora lì, disastrato, ma tuttora in grado di mostrare tutta la sua imponenza e la sua maestosa importanza architettonica. Ricordare i suoi fasti passati è stato un piacere. Restituirgli un futuro, un dovere”.
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