Il merito di aver riscoperto la Torre Civica è di Roberto Gervasini
Ma quella proposta aveva una variante sconvolgente: dimezzarne l’altezza per realizzare un trampolino per tuffi nella vasca della fontana di piazza Monte Grappa
Da tempo ha scoperto il fascino della Varese del Risorgimento che oltre 150 anni or sono all’unità italiana diede un suo contributo degno della memoria
locale e anche nazionale. Non gli ho mai chiesto dei suoi rapporti con la religione e la Chiesa, ma so che a Roberto Gervasini, radicale di antica gioventù, l’amore
per la verità e la chiarezza non hanno mai fatto difetto. E perciò ebbe il suo personalissimo paradiso quando riscoprì e diffuse – con lo slancio e l’entusiasmo di un
gazzettiere dilettante , ma con l abilità di un professionista- la notizia che le suore di clausura avevano preparato e offerto un minestrone alle famiglie e ai combattenti del borgo di Santa Maria del Monte proprio quando gli austriaci abbandonarono Varese per sempre.
Esemplare e incorruttibile politico, Gervasini ha avuto modo di occuparsi di problemi cittadini anche con proposte stravaganti e come tali divertenti. L’occasione del flash odierno nel passato cittadino e il recupero dell’impagabile Gervasini li ha offerti Palazzo Estense con il piano per l’apertura al pubblico della Torre Civica perché eccezionale punto panoramico di Varese. La città oggi si presenta almeno più vivace rispetto all’ultimo decennio dello spento potere leghista e se a Milano è venuta di moda la corsa lungo le scale dei nuovi e già famosi grattacieli, va citata la piccola Varese. Decenni or sono tenne infatti a cuccia le brigate grigie dei cementieri che volevano stravolgere il profilo della città con palazzoni nella zona delle stazioni, oggi ha invece trovato giusto e intelligente permettere la “scalata” della torre civica di piazza Monte Grappa.
L’iniziativa recupera una proposta, pure antica, di Roberto Gervasini riguardo al recupero della Torre, ma aveva una variante sconvolgente: dimezzarne l’altezza per realizzare un trampolino per tuffi nella vasca della fontana di piazza Monte Grappa. Erano i tempi del lago orrendamente inquinato e il mitico Giorgio Bocca sul
“Giorno” scrisse che mentre Piacenza galleggiava nella cacca, Varese ci si specchiava. Salvatore Furia e i suoi ragazzi avrebbero poi allargato la ferita ecologica della
città e del suo furibondo sindaco Ossola riempiendo la vasca della nobile piazza cittadina con l’acqua putrida del lago, Gervasini, sempre pronto a far casino utile, ebbe la
sua fetta di notorietà come ecologista e uomo del sorriso. Si può dire che le sferze di Varese all’alba del suo boom nazionale fossero Roberto e, più frequentemente, il caro e indimenticabile Gaspare Morgione, redattore della Prealpina, formidabile vignettista e un grande della cultura. Il mondo ha appena ricordato i 50 anni dell’uomo sulla luna, Gaspare quel giorno fece una vignetta strepitosa: un selenita additando l’astronauta appena sbarcato esclamava: «Terun!».
Di monellerie Roberto Gervasini pur di richiamare al dovere i concittadini ne ha fatte molte, credo che sia degna di ricordo una sua iniziativa, avviata assieme a un suo caro amico, Cicci Ossola, il terzo fratello della strepitosa leggenda sportiva di Varese. I due tenevano conferenze sul tema “Lo sport fa male”. Roberto Gervasini era stato campione europeo di atletica, correva i 1500 metri piani.La teoria dello sport che fa male è tutt’altro che infondata. La nostra conoscenza personale divenne indiscutibile amicizia il giorno in cui in piazza Monte Grappa incrociandomi Roberto mi sussurrò : «Da poco una borsa con parecchi milioni in contanti è stata depositata sulla scrivania di un noto professionista». Stava montando la marea della corruzione, un anno dopo o poco più sarebbe scoppiato il maxiscandalo della partitocrazia. Non ho mai chiesto a Roberto dove avesse pescato l’informazione, ma era ed è buona legge il silenzio nel mondo della vergogna. Ma torniamo alla torre che non verrà”capitozzata” perché il progetto del trampolino ovviamente non è mai stato preso in considerazione, sembra inoltre che non verrà eliminato il piccolo bagno, soccorso per lungo tempo per bimbi e anziani incontinenti e oggi certamente utile ai numerosi futuri “scalatori” della torre.
A Varese oggi tutto sommato ci va ancora bene. E non solo perché Roberto Gervasini non fa mancare simpatiche garibalderie e recuperi mazziniani. Pensate un po’ se fossimo stati avanguardia come, per esempio, a Roma. Per il servizio igienico della torre civica probabilmente nostri fans politici al potere avrebbero organizzato le loro brave “orinarie”, consultando piattaforme misteriose sfuggite all’attenzione di Roberto e dei vecchi cronisti che hanno sempre amato solo le notizie che non fanno o non raccontano danni.
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