Contraffazione, l’Italia è il paese che paga il prezzo più alto
Il 29 ottobre si svolge la “Giornata Nazionale per la lotta alla contraffazione e all’Italian Sounding per gli studenti”. L’Unione degli Industriali della Provincia di Varese ribadisce il suo impegno nella lotta a difesa dell’autenticità dei prodotti italiani; una battaglia che riguarda il futuro di tutti, a partire da quello dei giovani
L’Unione degli Industriali della Provincia di Varese in occasione della “Giornata nazionale per la lotta alla contraffazione e all’Italian Sounding per gli studenti”, in programma il 29 ottobre e rivolta in particolare ai giovani e alle scuole di tutta Italia, ribadisce ancora una volta il suo impegno a difesa dell’autentico Made in Italy.
Lo scorso anno, l’Unione degli Industriali e il Gruppo Tecnico “Made in” di Confindustria avevano organizzato, in collaborazione con la LIUC – Università Cattaneo, la rappresentazione scenica dello spettacolo di teatro civile intitolato “Tutto quello che sto per dirvi è falso”, con l’obiettivo di sensibilizzare, soprattutto i più giovani, sui troppo spesso sottovalutati danni che la contraffazione può arrecare non solo all’economia e al sistema produttivo italiano, ma anche alla salute delle persone, alla dignità umana, al lavoro e all’ambiente. (nella foto uomini della Guardia di Finanza dopo un sequestro effettuato a Gaggiolo)
“Tutto quello che sto per dirvi è falso” andrà in scena il 29 ottobre a Bari, dove si svolge l’evento principale della Giornata anticontraffazione, voluta fortemente dal Gruppo Tecnico Made In di Confindustria e che verrà replicata ogni anno. I numeri della contraffazione e dell’Italian Sounding, ovvero l’imitazione di un prodotto attraverso il richiamo a una presunta italianità dello stesso, sono impressionanti e rappresentano, secondo l’Ocse, il 3,3% degli scambi mondiali, per un valore di oltre 460 miliardi di euro. L’Italia è il Paese europeo che paga il prezzo più alto; il fatturato illecito, secondo il Censis, è quantificato in oltre 7 miliardi di euro, altrettanti di perdite erariali e oltre 100 mila posti di lavoro sottratti all’occupazione legale.
Quella dei giovani sembra la categoria più tollerante rispetto all’acquisto di prodotti contraffatti; secondo l’Euipo, il 41% ritiene accettabile comprare merce di questo tipo, mentre il 15% dei ragazzi, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, sostiene di aver acquistato consapevolmente prodotti non originali. Secondo i dati di Federalimentare, il fatturato stimato dell’Italian Sounding è di oltre 90 miliardi di euro.
Proprio per coinvolgere i più giovani, l’Unione degli Industriali, nel 2017, in occasione del Pmi Day – evento che contraddistingue il mese di novembre e che coinvolge imprese e studenti delle scuole medie inferiori – aveva chiesto ai ragazzi, sensibilizzati sul tema contraffazione nel corso delle visite aziendali, di realizzare dei lavori sull’argomento. Si tratta di un tema su cui non si può e non si deve abbassare la guardia. «L’Italia è un Paese d’industria, non solo di moda e di prodotti enogastronomici senza paragoni al mondo. Il Made in Italy è fatto anche di tanta industria meccanica, chimica farmaceutica e della gomma plastica; tutti settori che nel mondo sono copiati proprio perché incarnano quel ‘saper fare’ che fa dell’Italia la seconda potenza manifatturiera d’Europa» afferma Roberto Grassi, presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese e componente del Gruppo Tecnico “Made In” di Confindustria. La lotta alla contraffazione non è soltanto una questione di natura economica che riguarda le imprese, ma un tema che coinvolge tutti, cittadini, lavoratori e consumatori.
«La diffusione del falso è una minaccia per il futuro dei giovani, senza contare i danni per l’ambiente e alla salute di tutti noi – conclude Grassi – comprare un prodotto contraffatto non è solo illegale, ma è come rubare il futuro a noi stessi e alle future generazioni».
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