“Quella non è Avril”: quando la bufala distorce la realtà
Gli studenti dell'Università dell'Insubria hanno analizzato una serie di notizie sensazionali per capirne la reale veridicità. Presenteranno i risultati in un panel insieme al Presidente dell'OdG
Avril Lavigne è morta davvero? Il 5G è nocivo per la salute? Trump è stato rapito? Lo sgombero dei richiedenti asilo di Roma è avvenuto davvero tra insulti e spintoni?
Sono le domande a cui hanno dato risposta gli studenti del corso di Comunicazione dell’università dell’Insubria che per tre mesi hanno indagato sulla veridicità di alcune notizie clamorose o inquietanti apparse sulla stampa nazionale e internazionale, attraverso lo strumento del Fact- Checking.
I risultati delle analisi verranno presentati domenica 10 novembre alle ore 9 all’Hotel Palace in via Manara a Varese all’interno del panel: « Fake news e deontologia, gli studenti dell’Insubria a caccia di false notizie. I risultati di una ricerca» che vede protagonista anche Filippo Piervittori, giornalista ed editore digitale che ha guidato i ragazzi nell’indagine, il professore Franz Foti che insegna Giornalismo e Comunicazione Politica, Comunicazione Pubblica e Istituzionale all’Università statale dell’Insubria di Varese e il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia Alessandro Galimberti.
Il tema è più che mai attuale: con l’arrivo del digitale, la comunicazione si è ampliata diventando più popolare, veloce e incalzante.
Il rovescio della medaglia è dovuto all’impossibilità di distinguere notizie corrette da bufale colossali : « Dobbiamo recuperare qualità e, per far ciò, dobbiamo recuperare gli insegnamenti del giornalismo di un tempo che imponeva il controllo incrociato delle fonti – spiega Piervittori presidente dell’associazione contro le fake news Quality News Italia – La velocità di pubblicazione ha portato il mondo del giornalismo a dimenticare le doverose regole. Si deve lavorare per ristabilire il giusto ritmo dell’informazione, creata su tempi di analisi, studio e verifica di ogni elemento dell’informazione».
La fretta e un’etica della notizia ormai trascurata sono al centro del dibattito deontologico anche dell’Ordine dei Giornalisti: « Secondo uno studio del Politecnico di Milano – racconta ancora Filippo Piervittorio – almeno il 50% di noi ha contribuito alla diffusione di fake news in Italia. E ciò, non per malafede, ma perchè viviamo di istinti e sensazioni rapide e questo non va d’accordo con la qualità. Alcune tipologie di produzioni hanno bisogno di tempo e i ragazzi devono imparare che non solo i social informano. Dovrebbero tornate a sfogliare i giorni, anche quelli digitali: solo esplorando ciò che non si conosce si possono fare scoperte e nuovi incontri per ampliare i propri orizzonti».
Tra i relatori anche il Presidente dell’Ordine Alessandro Galimberti si è espresso più volte sul pericolo di destrutturazione del sistema dell’informazione che deriva dalle piattaforme social. Il suo è un ruolo delicato di garanzia per i lettori e di monito a quanti vogliono seguire in modo professionale la carriera giornalistica. (A questo link il testo letto in occasione della Festa dei Giornalisti il 27 gennaio del 2018)
L’incontro, all’interno del quale verrà presentata la ricerca da parte degli studenti del corso di Comunicazione, sarà domenica 10 novembre alle ore 9 all’Hotel Palace in via Manara 11 a Varese.
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