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Una caldaia nuova al Frattini ma la dirigente condanna lo sciopero
L'agitazione indetta dagli studenti a causa del freddo nelle aule non è piaciuta alla preside Finotti che, in una nota, condanna l'azione che non ha rispettato le regole civili
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Dodici gradi nelle classi. Una caldaia su tre in funzione. La protesta degli studenti del liceo Frattini di Varese ha raggiunto un promo obiettivo. Un tecnico della Provincia ha fatto un sopralluogo nella scuola di Via Valverde e si impegnato a intervenire per sostituire almeno una delle due caldaie rotte così da assicurare una situazione adeguata all’interno delle aule.
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Il problema del calore negli istituti superiori è complesso: il gestore subentrato a quello precedente si trova a dover gestire una situazione difficile anche a causa di un’inchiesta in corso.
Ai genitori degli studenti, stufi del freddo, i rappresentanti di istituto hanno spiegato in una nota la complessa situazione: “La causa del guasto è dovuto dalla rottura di due caldaie su tre, esistenti. La manutenzione non è di competenza della scuola ma è a carico dell’Ente proprietario, la Provincia. A causa di una pendenza dell’appaltatore precedente, il nuovo incaricato non può intervenire sulla manutenzione per risolvere il guasto. Nel frattempo è stato stanziato un finanziamento europeo di 2 milioni di euro, che serviranno per ristrutturare l’intero edificio, mettendolo a norma. I cantieri partiranno nel 2020-2021”.
E se sul fronte “calore” la situazione si avvia a soluzione, almeno parziale, lo sciopero autoproclamato degli studenti non è piaciuto alla dirigente Lorella Finotti: ” Pur comprendendo le ragioni di fondo è mio dovere sottolineare che in un contesto scolastico tutti devono agire nel rispetto del Regolamento di istituto, attraverso i propri rappresentanti, e dei principi democratici fondanti della nostra Costituzione cioè pianificando azioni eventualmente anche dimostrative ma sempre nel rispetto delle regole civili e soprattutto valutandone l’utilità per la causa. In qualità di Dirigente scolastica non posso quindi legittimare situazioni quali quelle sopra descritte e desidero ringraziare gli studenti riuniti presso gli spazi del Non Museo che, esprimendo il loro dissenso nei confronti di manifestazioni spontanee e disordinate, hanno dimostrato responsabilità e senso civico ed hanno collaborato per ristabilire il clima adeguato ad un ambiente dove il primo obiettivo è quello di formare cittadini consapevoli dei propri diritti ma soprattutto consci dei propri doveri”.
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