“I percorsi umanistici spesso svalutati. E oggi mancano maestre”
Il direttore dell'Ufficio scolastico Carcano dà consigli pratici per l'orientamento dopo la terza media. Anche con un occhio al lavoro futuro
La scelta della scuola superiore è un momento delicato: « Possiamo dire che è l’ultimo vero e intenso momento di confronto e dialogo tra genitori e figli prima che inizi la fase dell’adolescenza e la complessità della fase di crescita».
Il professor Giuseppe Carcano è il direttore dell’Ufficio scolastico territoriale. Ma innanzitutto è un padre e un dirigente scolastico con una lunga esperienza di orientamento: « Oggi genitori e ragazzi hanno moltissime informazioni a disposizione. Forse troppe. Occorre quindi sapersi orientare tra le tante segnalazioni che arrivano da amici, docenti, parenti. Per prima cosa occorre interrogarsi su ciò che si vorrebbe fare, su quali siano le proprie inclinazioni, passioni, ecc… poi capire cosa offrono i diversi percorsi scolastici, licei o istituti tecnici o professionali. Quindi, si ascolta il parere dei docenti delle medie che hanno ben chiare le potenzialità come studente e infine si sceglie la scuola da visitare negli open day in base alle proprie esigenze. Mai, e ripeto, fare una scelta in base a “quello che fanno i miei amici”. Occorre avere il coraggio di guardare oltre e proiettarsi nel futuro».
Carcano sa che è un momento delicato che presuppone anche una maturità che, a tredici anni, non sempre è sufficiente: « Per questo il confronto è fondamentale con i genitori e i docenti».
C’è poi l’incognita di un mondo del lavoro in piena evoluzione: « Come sarà tra dieci anni? – si domanda il direttore dell’ufficio scolastico – Quali figure saranno necessarie? È una scommessa aperta. Le scuole hanno scelto di dare risposte possibili come il liceo sportivo, con ben 4 licei pubblici, ma anche gli indirizzi dedicati al turismo o quelli sulle tecnologie. Il problema è che gli esempi che si sentono a livello nazionale, non sono adeguati al nostro territorio. Il sud della provincia esprime ancora una grande vocazione manifatturiera. Magari è il nord a essere un po’ più debole nella declinazione di nuovi paradigmi. Ma la narrazione reale nella nostra provincia è che le aziende si contendono i periti tecnici e spesso manca manodopera qualificata in uscita dalle scuole».
Ma non è solo la scienza e la tecnica a chiedere più formazione: « Cominciano a registrare una mancanza grave di insegnanti. Soprattutto le scuole primarie hanno carenze di maestre che, al momento, non si riesce a colmare perchè non ci sono abbastanza laureati in “scienze della formazione”. Le materie umanistiche, spesso criticate, iniziano a registrare una carenza di specializzati. Io ritengo che le scienze umanistiche rimangano centrali per la formazione di chiunque. In tutte le scuole rimane una solida preparazione e questo perchè, al di là della scienza e della tecnica, l’uomo ha bisogno della sua essenza più intima sia nella vota così nel lavoro e nella ricerca».
Maestre ma anche docenti di italiano iniziano a scarseggiare: « Abbiamo coperto tutte le cattedre assegnate- spiega Carcano – ma le supplenze per le ore di lettere sono un problema. Così come è un problema la carenza di docenti nelle materie scientifiche come matematica e fisica, perchè i laureati sono attirati da ben altri ambiti lavorativi».
Liceo, istituto tecnico o professionale si deve superare la logica un po’ “classista”: l’importante è seguire la propria vocazione: « E non siano le dicerie su una scuola piuttosto che un’altra. Nella nostra provincia abbiamo realtà eccellenti in ogni settore. Un corpo docente molto preparato e capace e percorsi di formazione ben strutturati e che continuano ad aggiornarsi e stare al passo con le novità. La mia raccomandazione è, dunque, quella di evitare il chiacchiericcio. Ogni ambiente può registrare un evento meno piacevole, ma l’occasionalità non deve mettere in discussione l’ambiente serio che esiste in tutte le realtà varesine».
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