Belli: “Sale in affitto ai privati, il principio della fine dei musei cittadini”
Pubblichiamo il commento del presidente dell'associazione "Prospettive culturali per Varese" sull'apertura ai privati, in affitto, delle sale dei principali musei cittadini
Pubblichiamo il commento del presidente dell’associazione “Prospettive culturali per Varese” Bruno Belli sull’apertura ai privati, in affitto, delle sale dei principali musei cittadini
Con 19 voti a favore e 3 contrari è stata votata in Consiglio comunale una proposta avanzata dal sindaco Galimberti, che, com’è noto, detiene anche la delega alla Cultura, dopo le dimissioni del precedente assessore.
Si tratta delle tariffe per l’utilizzo delle sale dei musei per eventi e presentazioni, presso il «Castello di Masnago» e presso «Villa Mirabello». Sono tariffe indicative: 400-500 euro giornalieri per Masnago e 400-500 per Mirabello. Secondo il Sindaco, «aprire questi spazi pubblici a soggetti privati», in altre parole, alle aziende, sarebbe un vantaggio per il Musei stessi e per la cultura cittadina.
In realtà, questa non è altro che la prova pratica dell’assoluto esito negativo progettuale in campo culturale dell’attuale amministrazione che, non sapendo fornire una direttiva, o progettare con ampio respiro, fornisce al migliore offerente, per altro con tanta grana, gli spazi pubblici che potrebbero essere usati in modo ponderato, esponendo anche quanto delle collezioni non è in vista.
Del resto, questa scelta non fa altro che confermare come anche la tanto decantata Mostra di opere di Guttuso non abbia fornito i risultati sperati: 10.000 persone, da maggio ad oggi, fanno una media di circa 2000 visite mensili, esattamente in linea con quelle confrontabili per mostre come «I predatori del microcosmo» (18 ottobre 2014 – 15 marzo 2015) e «Piante Guerriere» (28 novembre 2015 – 8 maggio 2016), come ho dettagliatamente dimostrato nell’incontro pubblico del mese di novembre scorso per «Prospettive culturali per Varese».
Non mi resta che fare i migliori complimenti per questa scelta che sancisce il «principio della fine» dello sviluppo possibile del sistema dei musei cittadini, ai consiglieri comunali che hanno votato a favore ed ai membri della Giunta che, evidentemente, la ritengono un’ottima soluzione.
Mi permetto sommessamente di invitare costoro a tornare un poco a scuola per ricominciare a studiare.
P.S. L’aspetto più grave consiste nel fatto che la discriminante non sarà, quindi, la qualità delle proposte, ma la disponibilità economica di chi le faccia. E l’equazione denaro = qualità non è un dato di fatto.
presidente dell’associazione “Prospettive culturali per Varese”
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