“Contro le puzze in Valle Olona abbiamo bisogno del vostro naso”
Il progetto europeo D-NOSES che raggrupperà i comuni di Marnate, Olgiate e Castellanza e le aziende del territorio per mappare e monitorare gli odori sgradevoli diffusi nell’area sta cercando "sentinelle" per monitorare il fiume
Continuano le segnalazioni relative ai forti odori che si avvertono in valle Olona: che vengano notificate ai Comuni di residenza o semplicemente condivise sui social è evidente il disagio che da tempo caratterizza l’area. Adesso un lavoro di squadra fra Amministrazioni comunali, aziende e cittadini aiuterà a prendersi cura del territorio: lo scopo primario del piano D-NOSES sarà proprio quello di coinvolgere la popolazione, chiamandola a notificare ogni episodio percepito e ponendo così le basi per un’azione importante contro l’inquinamento olfattivo.
La partecipazione al progetto potrebbe rappresentare un vero e proprio punto si svolta per il territorio, come evidenzia Flavio Castiglioni, consigliere delegato all’ambiente del comune di Castellanza: «L’essere stati selezionati per questa sperimentazione è veramente importante -racconta-: sono stati scelti solo dieci progetti, fra cui questo progetto pilota, unico in Italia. Insieme alle Amministrazioni comunali di Olgiate Olona e Marnate abbiamo risposto con entusiasmo a questa novità». Il progetto è stato presentato martedì 17, durante una serata in cui la professoressa Laura Capelli, docente del Politecnico di Milano, ha delineato gli step del progetto, finanziato dall’UE H2020, e ha spiegato cosa verrà richiesto ai cittadini che metteranno “letteralmente” i loro nasi a disposizione.
«Con soddisfazione posso anticipare che le adesioni dei cittadini cominciano ad arrivare –svela Castiglioni– già al termine della serata una 30ina di persone si sono rese disponibili, ma le iscrizioni restano aperte. A loro verrà richiesto di scaricare un’app, così da segnalare ogni volta in cui sentiranno un odore sgradevole: verranno geolocalizzati, quindi si potrà stabilire qual è l’area interessata in uno specifico momento. Prima dell’avvio della sperimentazione però, chi ha aderito sarà formato, grazie ad un mini corso che consentirà di riconoscere le intensità e le tipologie diverse delle puzze».
D-NOSES potrebbe seriamente aiutare nella comprensione del problema e delle cause scatenanti: «Al momento il monitoraggio previsto dalla legge regionale 3018 del 2012 – e la Lombardia è una delle poche regioni ad avere una legislazione in tal senso – vede l’uscita degli agenti di Polizia locale due volte a settimana, al mattino e al pomeriggio, per una durata di dieci minuti. Se in quel momento non avviene nulla, non pervengono segnalazioni, ma magari il giorno dopo avviene un episodio di inquinamento olfattivo che non viene notificato. Grazie all’app e ai cittadini, il monitoraggio durerà un anno, 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e questo potrà davvero portarci a comprendere cos’avviene e qual è la ragione scatenante».
Il tentativo di arginare il problema dell’inquinamento olfattivo coinvolgerà anche le fabbriche del territorio, spesso additate come le responsabili di questo disagio: «Il progetto avrà la partecipazione di diverse aziende locali, che si metteranno a disposizione e collaboreranno alla comprensione di quali eventuali dinamiche si sono verificate nei loro siti. In parallelo –tiene a sottolineare il consigliere– la Perstorp spa, il depuratore di Olgiate Olona, la Ecosis srl e la Tessa srl parteciperanno ad un tavolo tecnico di confronto con Arpa, Provincia e Regione, che rappresenta l’altro mezzo adottato per fronteggiare l’inquinamento olfattivo. All’interno di quest’altra metodologia, più ‘istituzionale’, le aziende si sono rese disponibili ad essere analizzate dall’interno, con misurazioni e analisi delle lavorazioni, in modo da capire se vi sia una causa diretta degli odori che disturbano la valle. È quindi fondamentale la loro partecipazione: sono due strade, diverse , ma entrambe importanti per giungere ad una soluzione».
Chi fosse interessato a partecipare al progetto deve contattare le segreterie del proprio comune di residenza.
Dall’UE arriva il progetto dei “nasi” per trovare l’origine delle puzze in valle
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