Al lavoro in Pronto soccorso: in trincea anche a Natale

I piccoli cambiamenti introdotti nell'organizzazione cominciano a dare risultati anche grazie all'arrivo di nuovi medici e specializzandi. La raccomandazione resta quella di usarlo nei casi gravi e per emergenze

walter ageno

Nessuna bacchetta magica ma piccole rivoluzioni che cominciano a dare qualche risultato. Il Pronto soccorso dell’ospedale di Varese si prepara alle vacanze natalizie: «Non attueremo alcun piano di potenziamento. Non ne siamo in grado – spiega il professor Walter Ageno, primario del pronto soccorso, entrato in carica nell’agosto scorso – Abbiamo aggiunto qualche medico ma ancora non siamo a pieno regime».

LA NUOVA ORGANIZZAZIONE

A sostenere l’attività in emergenza urgenza, che è propria di un PS, ci sarà, però, l’ambulatorio dei codici minori che ha riaperto grazie al reclutamento di alcuni dottori: «Anche in questo caso dobbiamo ancora coprire qualche turno, ma da metà gennaio speriamo di poter assicurare un servizio quotidiano dalle 8.00 alle 24.00, mentre attualmente si chiude alle 20».

Le festività natalizie, complici le ferie doverose dei dipendenti ospedalieri e dei medici di base, prevedono sempre un aumento di attività di tutti i pronto soccorso: «Noi stiamo lavorando per migliorare l’organizzazione e abbiamo introdotto qualche importante novità come la “quick door point” che permette di avere una squadra intera per la gestione dei pazienti da ricoverare, con la ricerca dei posti letto nei reparti. È un modello potenziato e più organico rispetto al passato che permette, ai medici in servizio, di occuparsi solo delle visite di quanti sono in cura o attesa. È un sistema che, da quando è entrato in vigore, ha praticamente azzerato i giorni di blocco delle attività programmate dell’ospedale perché non si sono mai create situazioni limite. Non ho detto che abbiamo risolto la questione, solo che crediamo di essere sulla buona strada».

SPECIALIZZANDI

Il problema dell’intasamento dei pronto soccorso non appartiene solo al Circolo di Varese ma è diffuso ovunque: « Rispetto al passato, lo specialista dell’emergenza urgenza ha modificato profondamente il lavoro e, così, la preparazione. Oggi deve occuparsi di tutto e avere un occhio veloce a comprendere le situazioni più diverse. Da due anni, l’Università dell’Insubria ha avviato la Scuola di specialità in medicina dell’emergenza urgenza. Attualmente abbiamo 14 specializzandi, di cui 8 al primo anno entrati nel novembre scorso e due al terzo anno. Nei prossimi anni, quindi, potremo contare su una squadra di giovani medici in formazioni sempre più folta e capace. Questo porterà sicuramente benefici».

Ma i medici in formazione sono affidabili?: « Non dimentichiamo che uno specializzando è un dottore già laureato e abilitato alla professione che fa un percorso ulteriore per acquisire maggiore specializzazione. Nei cinque anni, questi medici acquisiscono una capacità e un’autonomia progressive sotto il controllo di un tutor, definite da protocolli universitari. Inoltre, seguono corsi, studiano le ultime evidenze: sono sicuramente molto preparati anche perché si formano per essere autosufficienti con competenze trasversali ad altre specializzazioni e in grado anche di effettuare alcuni esami diagnostici».

RISTRUTTURAZIONE DEL REPARTO

A completare la riorganizzazione del pronto soccorso sarà anche una rivisitazione profonda degli attuali spazi: « Abbiamo concordato con la direzione un progetto per definire e distinguere meglio i percorsi tra quanti sono in visita e chi dovrà essere poi ricoverato – spiega il professor Ageno – Interverremo su quella che viene definita “barellaia” aumentandone la privacy. L’augurio è quello di rendere più accogliente lo spazio sia dell’attesa sia delle sale visita sia dell’osservazione o ricovero».

USARE IL PS SOLO NEI CASI DI EMERGENZA E URGENZA

I prossimi giorni fungeranno un po’ da cartina di tornasole per il nuovo modello: l’influenza ancora non sembra essere arrivata con i caratteri dell’epidemia ma le prossime settimane potrebbero comunque risultare un po’ più difficoltose: « La nostra raccomandazione è quella di non correre subito in pronto soccorso, se non per casi davvero gravi – chiede il professor Ageno – rivolgersi prima al proprio medico o al servizio di continuità assistenziale. Il Pronto soccorso è un reparto sempre aperto, una certezza per molti: ma occorre mettere in conto di dover attendere, anche diverse ore, perchè la precedenza è sempre data alla maggiore gravità».

DIRIGERE IL PS E’ UNA SFIDA IMPEGNATIVA

Direttore del reparto di degenza breve, il professore Ageno ha accettato di dirigere il reparto più delicato dell’ospedale: « È indubbiamente quello più adrenalinico e anche faticoso. Qui si registra un elevato turn over. Ma è una bella sfida, proprio per la sua complessità e la possibilità di interagire con il resto dell’ospedale. Io, inoltre, sono il Preside della scuola di specialità della medicina d’emergenza e urgenza. Quindi è qui che devo stare per seguire la formazione di questi giovani che, nel giro di qualche anno, potrebbero risolvere gran parte degli attuali problemi di carenza di personale che si registra nei PS in generale».

Ad alleggerire il carico di lavoro del Ps al Circolo contribuirà anche il nuovo pronto soccorso pediatrico aperto una settimana fa.
Due reparti al lavoro a pieno regime ma… senza la bacchetta magica.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 23 Dicembre 2019
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